Svezia e Finlandia stanno aspettando la ratifica della loro domanda di ingresso nella NATO da parte degli Stati membri dell’Alleanza. Dunque per il momento non sono ancora membri a tutti gli effetti, ma già si cominciano a immaginare gli scenari possibili che si apriranno con la loro adesione.
Costituirà un vantaggio per i due Paesi scandinavi oppure un ennesimo ostacolo per la pace in Europa? Molto dipenderà dai passi che Stoccolma ed Helsinki saranno concretamente disposte a compiere per accontentare i desiderata di Washington.
Un esempio potrebbe essere quello di piazzare sistemi missilistici sul proprio territorio, come fatto già da Polonia e Romania: ciò rappresenterebbe un’evidente provocazione nei confronti di Mosca, alla quale il Cremlino reagirebbe sicuramente aumentando la presenza militare ai confini occidentali. Sarebbe un passo tanto inutile quanto pericoloso, perché per ammissione stessa dei governi scandinavi non vi sono particolari contenziosi o motivi di aggressione per la Russia.
Come riferisce il sito Strumenti Politici, l’ambasciatrice finlandese in Italia Pia Rantala-Engberg ha dichiarato qualche settimana fa che Helsinki non sente alcuna minaccia immediata da parte di Mosca. Gli USA, tuttavia, potrebbero voler aumentare la pressione sulla Russia sfruttando la vicinanza scandinava a Murmansk e San Pietroburgo: starà a svedesi e finlandesi decidere se prestarsi al gioco già visto in Ucraina oppure limitare la propria partecipazione.
In ogni caso, d’ora in avanti i governi di Stoccolma ed Helsinki avranno sempre nuovi casi da affrontare per gestire le relazioni con la Russia senza venir meno alle esigenze della NATO e degli altri Paesi membri: si vedano ad esempio le richieste recenti della Turchia, che toglie il veto solo quando Finlandia e Svezia la accontentano dando l’appoggio alla sua politica di repressione della minoranza curda.