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Economia e lavoro | 01 settembre 2022, 17:20

Contro il rincaro delle bollette il mondo artigiano propone la sua ricetta delle tre "A"

Provenzano: “Bisogna favorire l’Autonomia delle imprese tramite Autoproduzione e Autoconsumo”

contatori elettrici

Anche il mondo delle piccole e medie imprese hanno una ricetta contro i rincari in bolletta

Autoproduzione, comunità energetiche, uso di fonti rinnovabili e sburocratizzazione del comparto: secondo il segretario della CNA Torino, Filippo Provenzano, il contrasto del caro-bollette deve passare anche da questi quattro obiettivi che riprendono, del resto, gli impegni internazionali assunti dai più importanti paesi al mondo dopo il vertice sul clima di Glasgow dell’ottobre scorso e in linea con le richieste ai candidati alle prossime elezioni politiche contenute nel manifesto nazionale della CNA per lo “Sviluppo dell’Italia”. 

In fatto di energia, la sostenibilità ambientale e la sostenibilità economica devono sempre andare insieme. 

Il prezzo dell’energia è arrivato a livelli insostenibili per le imprese e questo come CNA lo denunciamo con forza, dando voce alle nostre 10 mila imprese associate nella sola Città metropolitana di Torino – prosegue Provenzano –, ma è assolutamente sbagliato porre la questione solo dal punto di vista delle imprese cosiddette energivore: il problema del caro-bollette va posto in relazione al fatturato delle singole imprese e dell’andamento congiunturale dei singoli comparti. Così come è assolutamente sbagliato sollevare la questione del razionamento energetico senza prima aver percorso la strada maestra del massimo utilizzo delle energie da fonti rinnovabili. Utilizzo che, peraltro, sarebbe un incredibile volano economico per tutto il mondo dell’installazione che in Italia conta decine di migliaia di imprese e di addetti”. 

Oggi chi installa un pannello solare ed autoproduce energia rivendendola al gestore della rete elettrica se la vede acquistata ad un prezzo imposto e poco più che simbolico. Questo non è più accettabile nel contesto emergenziale in cui stiamo vivendo. Per arrivare alla autorizzazione di un impianto fotovoltaico, inoltre, ci vogliono tanto tempo e tanta burocrazia a fronte di investimenti privati dell’ordine di decine di migliaia di euro. Ma le imprese non hanno più tempo. Occorre sburocratizzare subito il settore e favorire al massimo la produzione e l’autoconsumo di energia”.  

Occorre inoltre stimolare e favorire le cosiddette comunità energetiche che consentono la produzione e il consumo di energia da fonti rinnovabili in forma collettiva, comunità già previste per legge. 

Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza nazionale. Occorre rendersene conto fino in fondo e agire di conseguenza adottando tutte le misure possibili. 

Ci sono molte aziende in molti settori che possono diventare tendenzialmente indipendenti dal punto di vista energetico e questo contribuirebbe non poco a sgonfiare l’enorme bolla speculativa che oggi si è formata sul prezzo dei prodotti energetici, ad iniziare dal gas, riducendo la domanda di energia sul mercato libero. In Italia ci sono più di 6 milioni di partite Iva e tutte, in un modo o nell’altro, sono allacciate alla rete elettrica e/o a quella del gas. Bisogna pensare al sistema economico nel suo insieme, favorendo il libero ricorso alle energie da fonti rinnovabili per liberare risorse pubbliche da destinare in modo più intensivo, sotto forma di sgravi fiscali e contributi, a favore delle aziende energivore che spesso operano in settori strategici a livello nazionale come sono ad esempio la lavorazione dei metalli e le industrie tipografiche”. 

Stimiamo che più del 60% del rincaro dei prodotti energetici sia stato provocato dalla speculazione internazionale. E questo è inaccettabile”. 

Un’ultima considerazione va fatta in relazione ai gestori energetici. CNA Torino sta conducendo una indagine tra i propri associati in relazione al rincaro delle bollette energetiche ed un dato appare già lampante: le enormi differenze dei rincari in bolletta tra un gestore e l’altro, a parità di consumi. Su questo punto chiediamo un immediato intervento dell’Antitrust per una approfondita analisi delle dinamiche che hanno portato a queste forti discrepanze”. 

Ad andarci di mezzo è la sopravvivenza di tantissime imprese e, ripeto, non si tratta solo di attività che operano in comparti cosiddetti energivori dove gli extracosti sono più macroscopici in valore assoluto e quindi più visibili: rischiamo nell’arco di soli sei mesi di desertificare il tessuto economico delle nostre città e delle aree montane. Le prime vittime del caro-bollette saranno le attività di vicinato già duramente provate dalla pandemia e dalla crisi economica senza fine che il nostro paese conosce ininterrottamente dal 2008”. 

In conclusione, “oltre agli aiuti di Stato per la fase emergenziale, certamente preziosi e da incrementare quanto più è possibile, evidenziamo la necessità che tutti i livelli istituzionali siano coordinati nell’avviare misure di semplificazione normativa per favorire al massimo grado possibile l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili”. 

Massimiliano Sciullo

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