Come riporta il sito Strumenti Politici, sono state rese note le raccomandazioni elaborate da un gruppo di esperti internazionali per le garanzie di sicurezza a beneficio dell’Ucraina. Era stato il presidente Zelensky a incaricare a questo scopo, oltre ai funzionari della sua ammistrazione, anche Anders Fogh Rasmussen, ex segretario della NATO e oggi alla guida della società di consulenza politica Rasmussen Global, che a sua volta aveva istituito la Free Ukraine Task Force, iniziativa per agevolare le aziende occidentali nel “dare una mano” nella politica e nell’economia ucraina. Già nel 2016 l’allora presidente Petro Poroshenko aveva nominato Rasmussen, appena terminato il suo mandato alla NATO, suo consigliere nella lotta alla corruzione e nell’avvicinamento all’Unione Europea. Le raccomandazioni da lui elaborate impegnano gli alleati europei a sostenere Kiev militarmente ed economicamente ancora per decenni. L’impatto sulla tenuta socio-economica dei Paesi UE potrebbe essere devastante, se il deflusso di risorse verso il fronte orientale dovesse continuare a questi ritmi. Per questo motivo, lo stesso Rasmussen ammette che se Washington non dà il buon esempio e non firma per prima questo documento, gli alleati europei cercherebbero di non impelagarsi in questa avventura. Alcuni fanno notare che il futuro Trattato sarebbe un sostituto dell’adesione dell’Ucraina alla NATO, ma gli estensori delle raccomandazioni negano recisamente che sia così: resta comunque il pericolo di ritrovarsi in un conflitto militare diretto con la Russia. Come se non bastasse, l’Italia sarebbe uno dei Paesi garanti dell’Ucraina proprio sul piano militare, non solo su quello delle sanzioni contro Mosca. Ora bisogna vedere quale seguito verrà effettivamente dato a queste pericolose raccomandazioni.
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