Carlo Mischiatti, una stella del basket che brillerà a Berlino! Grugliaschese, 19 anni, appartenente al Team Pandha Torino è stato convocato in qualità di atleta titolare nella disciplina Basket Unificato Maschile/Misto per i prossimi giochi mondiali estivi Special Olimpics di Berlino 2023.
«Sono stupito, mi aspettavo di essere forte, ma non di essere convocato – commenta – e certamente mi allenerò ancora di più di quello che sto facendo. Già ieri ci hanno allenati come se non ci fosse un domani!».
Carlo ha, dalla nascita, la sindrome ad alto funzionamento e si è avvicinato all'associazione “Pandha” quando aveva 12 anni. È da allora che gioca a basket e ha fatto passi da gigante. Dopo un momento di scoraggiamento, infatti, spronato dai genitori che gli hanno detto chiaramente che non avrebbero accettato la sua arrendevolezza nei confronti della sua condizione, Carlo si è dato da fare e ha ottenuto risultati strepitosi, superando in particolare le difficoltà motorie, anche importanti che aveva.
Nel basket ha un ruolo di “centro adattato”: «In pratica prendo rimbalzi e difendo da posizioni che magari altri hanno più difficoltà a coprire – racconta – ed è un ruolo a cui sono arrivato quasi da subito, perché a 12 anni ero già quasi un metro e 80 di altezza. Il basket ti dà una disciplina, non è rigido come altri sporto, ad esempio come la danza, ma ti insegna che se il giorno dopo ti devi allenare o devi giocare una partita, magari è meglio tornare un'ora prima la sera da una festa o mangiare una fetta di tornata in meno...All'inizio è complicato, poi diventa uno stile di vita».
Da un anno, Carlo gioca anche con “Cuore Matto” della Uisp. Con questa seconda realtà, il prossimo mese andrà ai campionati nazionali di basket a San Sepolcro in Toscana.
Ma è stato anche campione regionale di bowling, sempre con “Pandha” e ora insegna anche questa disciplina agli amici.
E i suoi successi non si limitano allo sport. Nel 2019 è stato insignito dal Presidente della Repubblica del titolo di Alfiere della Repubblica ed è stato ricevuto per questo al Quirinale (nel 2021 a causa dello stop per la pandemia ndr.).
Da Alfiere, essendo iscritto all'Associazione Nazionale Alfieri della Repubblica Italiana, partecipa a manifestazioni, convegni, convention di aziende, progetti nelle scuole per parlare di disabilità. «E tutto questo grazie all'associazione “Pandha” e alla mentalità e modo di lavorare che hanno con i ragazzi – sottolinea papà Stefano - È stata l'associazione a segnalare alla Presidenza della Repubblica il nominativo di Carlo per l'onorificenza e a questa associazione dobbiamo veramente molto, perché è un ambiente in cui ci si preoccupa dei ragazzi con disabilità, li si accompagna, senza forzare nessuno. Vi si insegna la solidarietà, è un ambiente sano, positivo: vi si trovano amici e c'è sempre grande disponibilità verso tutti». E Carlo conferma: «Ti insegnano a vivere con gli altri, a cercare di aiutare. Quando sono arrivato ed ero in un periodo di sfiducia, mi sono reso conto che c'erano tanti altri ragazzi più gravi di me, che correvano, stavano insieme, si divertivano e questo mi ha insegnato la fiducia in me e nelle mie capacità e, soprattutto, a usarle per aiutare gli altri».
I successi per Carlo arrivano anche dall'attività professionale: è tecnico del legno diplomato, titolo conseguito presso Istituto professionale “San Carlo” di Torino e realizza mobili, anche di pregio, come il tavolino da caffè del 18° secolo preparato per la prova d'esame della qualifica triennale, o di design come quello portato al momento del diploma. «Anche questa è stata una vittoria e Carlo ha fatto da apripista, perché ha sempre avuto la passione per costruire le cose fin da piccolo e voleva fare la scuola di falegnameria – spiega papà Stefano – Ma la normativa regionale non consentiva ai ragazzi con sindrome ad alto funzionamento di frequentare le scuole professionali, a causa delle molte ore di laboratorio. Abbiamo manifestato l'esigenza alla Regione Piemonte e devo dire che sono stati davvero disponibili e aperti: abbiamo fatto un accordo per cui se lui avesse frequentato e e conseguito prima la qualifica e poi il diploma, i ragazzi con disabilità lieve avrebbero potuto, da lì in avanti frequentare gli istituti professionali. E così è stato. Quindi adesso molti ragazzi le frequentano».
Non c'è che dire, Carlo non solo ha trovato la forza di superare le proprie difficoltà, ma l'ha anche messa e la mette a disposizione degli altri.