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Economia e lavoro | 09 novembre 2022, 17:18

La pandemia ha fatto strage tra le aziende: in Piemonte ne sono scomparse 2500, perdite del 103% e boom di debiti

Lo svela lo studio sui bilanci 2020 del Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino. La crisi ha fatto aumentare a 14,6 miliardi i "rossi" delle imprese

imprenditore in crisi

La pandemia ha fatto strage tra le aziende: in Piemonte ne sono scomparse 2500

Una strage, economica oltre che sanitaria. Il Covid sta presentando il conto anche ad anni di distanza. E la dimostrazione arriva dallo studio sui bilanci aziendali fatto dal Comitato Torino Finanza della Camera di Commercio di Torino

Numeri alla mano, sono quasi 2.500 le società piemontesi che sono scomparse a seguito della pandemia, pari al 4,6% delle imprese di capitale totali presenti in regione, mentre sono finite in rosso 849 aziende in più in più (+4,7%). Un danno numerico, prima ancora che di valore aggiunto, visto che in quel senso la diminuzione è limitata a pochi punti percentuali.

A limitare i danni (rispetto alle previsioni) sono state le misure anti pandemiche. Tra chi ha resistito, tuttavia, le perdite sono salite a quasi 7 miliardi di euro (erano 3,4 nel 2019) con una crescita del 103%. Sono poi aumentati i debiti, per far fronte alla crisi: si è arrivati ad accumularne per 14,6 miliardi, portando così il totale a 153,8 miliardi (+10,50%).

L’indagine che abbiamo condotto – afferma il presidente del Comitato Torino Finanza, Vladimiro Rambaldici dice che il danno permanente al Pil è stato ben di meno di quanto avrebbe potuto essere senza mitigazioni e senza rivalutazioni. Questo vuol dire, in sostanza, che il Piemonte ha potuto presentarsi all’appuntamento della ripresa nel 2021 e nel 2022 con il suo sistema economico pressoché integro ed ha potuto approfittare pienamente della ripresa in corso, certo oggi minacciata dalla guerra e dall’inflazione”.

Il lockdown – aggiunge Luca Asvisio, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Torino - non ha solo condizionato le nostre vite ma, evidentemente, anche il mondo economico nel quale operiamo. L’applicazione di norme straordinarie, ad esempio nella rivalutazione dei beni, nella sospensione degli ammortamenti e nel congelamento delle perdite di esercizio, avrà riflessi non indifferenti sul futuro, ma bisogna comunque ricordare, per contro, che lo Stato tante volte vituperato, questa volta si è dimostrato vicino alle aziende con garanzie, contributi e provvedimenti che hanno permesso di superare alcune criticità. Ci auguriamo che questo supporto possa continuare anche nel prossimo futuro in condizioni ordinarie”.

Massimiliano Sciullo

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