I primi sei mesi del 2024 sono una doccia gelata, per Mirafiori. Se infatti tutti gli stabilimenti italiani di Stellantis segnano un -25% (solo Pomigliano e Atessa sono in crescita), a Torino il dato è addirittura del -63%. Un totale di 19.510 esemplari, conto le 53.330 dello stesso periodo dell'anno precedente. Due terzi andati in fumo.
La 500 elettrica non basta più
Il 90% di ciò che è uscito dalle catene di montaggio è rappresentato da 500 elettriche, mentre Maserati ha visto nascere solo 1850 vetture, con un calo del 70%. "Pesa la partita degli incentivi sulle auto, partiti in ritardo a inizio giugno - dice Ferdinando Uliano, segretario generale Fim nazionale - e la 500 elettrica non compensa più il calo di Maserati. Si stima che gli incentivi possano portare a 25mila potenziali vetture, ma non si ha certezza su quante di queste saranno 500 elettriche. Se non cambia la tendenza, si arriverà a circa 500mila vetture nel 2024, che è la metà rispetto al traguardo del milione di vetture".
Per il futuro non si vedono segnali di miglioramento. "Si è arrivati a un solo turno di produzione e ampio uso degli ammortizzatori sociali per il 35-40% degli addetti coinvolti, oltre a 45 giornate di stop produttivi".
Maserati, sempre peggio
Dal secondo trimestre Maserati produce solo Gran Turismo e Gran Cabrio (anche full electric) che però non sostituiscono Ghibli, Quattroporte e Levante. "È urgente trattare questo tema, anche per lo slittamento dal 2025 al 2028 della Quattroporte full electric. Bisogna anticipare i tempi e bisogna preservare l'unico brand di Stellantis nel lusso".
"La 500 ibrida è un elemento che dà garanzie per la missione produttiva di Mirafiori, ma bisogna poi vedere e verificare cosa può assorbire il mercato - aggiunge Uliano -. Molto importante è anche capire cosa intendono fare con Maserati, che era uno dei punti del piano di rilancio". La certezza, per ora, è un nuovo - prolungato - fermo produttivo fino allo stop estivo.
Aperti a produttori cinesi, non cavalli di Troia
Sui produttori cinesi, caldeggiati ancora ieri dal ministro Adolfo Urso, Uliano sottolinea: "Siamo aperti a presenze straniere, a patto che non siano cavalli di Troia che finiscono per spaccare il settore".