SKF punta sul turn over: la multinazionale punta infatti ad accompagnare lungo un percorso d'uscita circa mille addetti in tutto il mondo in due anni. Di queste, 170 uscite volontarie saranno in Italia, per un turnover degli operai che interesserà 6 addetti su dieci. Novanta posizioni riguarderanno figure impiegatizie, mentre 80 saranno operai. Negli stabilimenti torinesi, si contano 139 uscite nel prossimo biennio.
La comunicazione è stata fatta dall’azienda durante un incontro con le organizzazioni sindacali che si è svolto all’Unione industriale di Torino. Tra le nuove assunzioni, il focus sarà puntato sulla transizione ecologica.
Il piano più ampio, avviato già nel marzo del 2021, comprende anche l’annuncio di un nuovo stabilimento dei Super precisi ad Airasca e prevede l’accorpamento del sito di Pianezza e Villar Perosa. Sempre ad Airasca è previsto il trasferimento della produzione dei giunti omocinetici di Poggio Rusco (Mantova) e anche il trasferimento del sito di Moncalieri è previsto all’interno del perimetro aziendale.
“Abbiamo chiesto all’azienda nuove assunzioni per affrontare la trasformazione tecnologica in corso e in considerazione degli accorpamenti che il gruppo sta definendo in alcune realtà - dice Vito Benevento, coordinatore nazionale Skf per la Uilm -. Come in altri gruppi, la Uilm ha rivendicato che, a fronte di fuoriuscite volontarie, vi siano nuovi ingressi di lavoratori. Oltre al mantenimento dei posti di lavoro, è nostra responsabilità garantire un futuro ai giovani. È altrettanto doveroso da parte dell’azienda manifestare lo stesso senso di responsabilità nella gestione della transizione ecologica. Abbiamo ottenuto come minimo il 60 per cento di nuovi ingressi a fronte delle uscite tra gli operai, e nuove figure professionali destinate alla transizione ecologica sugli staff”.
“Questo nuovo accordo è stato raggiunto grazie ad alcune garanzie che riteniamo fondamentali - aggiunge Davide Provenzano, segretario generale Fim Torino -. L’investimento su Airasca e il cambio di mix generazionale. In questi anni va monitorato attentamente il perimetro occupazionale del gruppo al fine di garantire la presenza numerica e professionale degli addetti”.
“L’accordo sulle uscite volontarie è l’ennesimo strumento per accompagnare i lavoratori al trattamento di quiescenza e stabilizzare l’occupazione nei siti interessati - commenta Pino Lo Gioco, coordinatore nazionale Skf per la Fiom -, anche se dobbiamo registrare un ennesimo calo di occupazione a livello nazionale, ottenendo le garanzie sul piano industriale e gli investimenti sui progetti”.
“L’accordo di uscite volontarie ed incentivate di personale in Skf per gestire un problema strutturale sullo staff ed un ricambio generazionale e di competenze tecniche sul personale di officina, è un accordo positivo che ha anche permesso di avere ulteriori certezze sulla nuova fabbrica dei Precisi in Airasca e consentirà un ulteriore sviluppo dei business aereo spazio e ferroviario. Permane la criticità sul settore automotive, anche se i dati attuali non comportano ulteriori criticità occupazionali”, conclude Ivan Verney, segretario Fali Fismic Confsal.