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Economia e lavoro | 12 dicembre 2022, 12:02

Giovedì lo sciopero generale è pronto a immobilizzare il Piemonte (ma senza la Cisl). "Meloni peggio di Draghi"

Cgil e Uil all'attacco: "La premier non è Robin Hood, ma lo sceriffo di Nottingham. Aumenta il precariato e colpisce deboli e pensioni". Si fermano sanità, scuola, Poste, ma anche edili, metalmeccanici e commercio

foto di archivio e luigi cortese

Giovedì lo sciopero generale è pronto a immobilizzare il Piemonte

Torino, Ivrea, ma anche Asti, Cuneo, Novara, Vercelli e Gravellona Toce. Giovedì 15 dicembre il Piemonte farà sentire in molte piazze il suo dissenso contro la nuova legge di Bilancio, la prima del governo guidato da Giorgia Meloni. Uno sciopero proclamato da Cgil e Uil. "Meloni non è Robin Hood, ma lo sceriffo di Nottingham", dice Giorgio Airaudo, segretario regionale della Cgil.

"Dal 12 al 16 ci saranno scioperi e iniziative in tutti i territori. Per il Piemonte si è scelto giovedì 15, partendo da 4 ore, ma con molte categorie che hanno esteso a tutta la giornata. Come la scuola, la sanità, gli edili, le Poste, il commercio e così via", dice Gianni Cortese, segretario di Uil Piemonte. 

Tanti presidi in tutte le province

A Torino i presidi sono organizzati, dalle 10 alle 12, all'agenzia delle Entrate, alla Lear di corso Allamano, alla Rinascente, alla Città della Salute, alle case Atc e all'IC Spaziani. "Il nostro dissenso è già stato espresso direttamente alla presidente del Consiglio - prosegue Cortese - È una manovra iniqua e che sfrutta male le poche risorse. Soprattutto il lavoro, non è stato interessato nella lotta al precariato. Ma anche le pensioni e gli stipendi non sono tutelate dell'inflazione, magari defiscalizzando le tredicesime. Anche sul cuneo fiscale si è fatto pochissimo, senza ridare fiato ai consumi. Cosa che ha detto anche il presidente di Confindustria Bonomi, che di certo non è un sindacalista".

Solo trasporti e igiene ambientale si limiteranno a 4 ore o alla totale astensione visto che proprio il 15 entra in funzione il periodo di tregua per alcuni servizi essenziali. "Non condividiamo nemmeno l'approccio al fisco, con una flat tax che va a penalizzare pensionati 3 categorie del lavoro dipendente che già finanziano il gettito IRPEF per il 90% - aggiunge Cortese - Tutto questo va contro la Costituzione, che prevede una tassazione graduale. E ci sono anche condoni e mini condoni più o meno nascosti. Si strizza l'occhio all'evasione, come conferma anche il dibattito sui pos".

E poi c'è il Welfare. "Le rivalutazioni sono bassissime e se va bene arriveranno all'1,5%. Ci chiediamo come farà Cirio a tagliare le liste d'attesa nella sanità pubblica. Ma anche le pensioni non sono state affatto rivalutate, che non vuol dire aumenti, ma adattarsi all'inflazione: i pensionati vengono utilizzati come i bancomat".

"La gente attende di essere risarcita"

"Da anni la gente di questo Paese attende di essere risarcita, con aumenti dei salari e delle pensioni - aggiunge Airaudo - Questo si rifletterà sui consumi, lo vedremo a Natale. Il Governo Draghi si era impegnato, ma poi è caduto. E ora il nuovo governo procede nel solco, ma scordandosi delle promesse".

Riflettori accesi sul sistema dei voucher, che ritornano "e abbassano i diritti dei lavoratori. Pensiamo al turismo, ma anche all'agricoltura. E soprattutto nel Cuneese", aggiunge Cortese, che richiama in causa ancora Cirio: "È di colore politico affine al governo, ma il Piemonte sarà penalizzato. Ci saremmo attesi più coraggio".

La frattura con la Cisl

"Speriamo si possa ricomporre l'unità sindacale con la Cisl, ma in questo momento, per dignità e contro queste decisioni della politica, non possiamo non andare in piazza", conclude Cortese. "Stupisce, perché le critiche che loro sollevano a volte superano anche le nostre".

"Con queste nostre mobilitazioni ci auguriamo che si crei il tempo per Cisl di raggiungerci, visto che i contenuti sono già nella piattaforma unitaria presentata a Draghi. E qui le politiche sono ancora peggiori".

"Cisl: il Piemonte condivide la posizione di Sbarra"

Da Cisl, intanto, si ribadisce la posizione di distanza dalle altre due sigle maggiori e, anzi, proprio per il 15 dicembre si annuncia un programma ben diverso. “Il prossimo 15 dicembre, con una nutrita delegazione di dirigenti e militanti, saremo a Roma, all’Assemblea nazionale dei delegati e pensionati Cisl, che i terrà  all’Auditorium del Massimo, a partire dalle ore 9.30, per discutere della manovra economica e delle modifiche al testo presentate dalla Cisl al premier Meloni nel corso dell’incontro dello scorso 7 dicembre.  Insieme al confronto con i nostri delegati e iscritti, avviato nei giorni scorsi nelle riunioni degli organismi sindacali e sui posti di lavoro, abbiamo scelto questa forma di mobilitazione perché, come spiega lo slogan dell’inziativa nazionale, puntiamo a ‘Migliorare la Manovra e a contrattare le riforme’.  Tutta la Cisl piemontese condivide in pieno la linea tracciata dal segretario generale Luigi Sbarra. Pur esprimendo un giudizio articolato sulla manovra, con diversi punti di criticità, abbiamo scelto di non ricorrere ora allo sciopero generale perché riteniamo che ci siano ancora spazi di trattativa”, afferma il segretario generale della Cisl Piemonte, Alessio Ferraris

 

Come già accaduto lo scorso anno, con la legge di bilancio del governo Draghi – aggiunge Ferraris – riteniamo fondamentale in questa fase il dialogo e il confronto con le forze politiche e istituzionali, a partire dall’Esecutivo, per ottenere modifiche sostanziali alla manovra in favore di lavoratori e pensionati. Per questo abbiamo presentato le nostre porposte emendative sui dossier lavoro, crescita, sanità e politiche sociali, pensioni, salari e contrattazione. Restano per noi prioritarie la lotta alla povertà, la tutela dei salari e delle pensioni e la costruzione di un nuovo modello di sviluppo, capace di coniugare solidarietà, crescita, coesione e corresponsabilità sociale, attraverso un metodo di confronto che sfoci in un Patto Sociale in grado di contrastare l’inflazione e la conseguente erosione di salari e pensioni. Qualche risultato, insieme a Cgil e Uil, da cui ci dividono più questioni di metodo che di merito, lo abbiamo già ottenuto, come l’avvio dei primi tavoli di confronto, a partire da quello sulle pensioni, che si aprirà il 19 gennaio 2023, preceduto da quello su Salute e sicurezza del 12 gennaio. Seguiranno poi  incontri specifici su politiche industriali e aiuti alle imprese e pubblica amministrazione”.

Massimiliano Sciullo

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