Anche a Torino potrebbero essere annullate le mini-cartelle esattoriali, sotto i mille euro, non riscosse dal duemila al 2015. Un punto contenuto nella manovra economica in discussione al Senato. Nella maggioranza dei casi si tratta di multe non pagate. Il Comune di Torino, ad inizio 2022, incassava appena il 60% delle sanzioni fatte per violazioni al codice della Strada.
+14 mln di entrate tributarie
Il passato è d'obbligo: aderendo al Patto per Torino, con cui il governo Draghi ha assegnato 1 miliardo e 120 milioni di risorse in venti anni, la Città si è impegnata a mettere in campo dei correttivi per ridurre i debiti. Tra questi c'era anche il recupero dell'evasione fiscale tramite nuovo personale per la riscossione. Nel 2022, rispetto all'anno precedente, il Comune "ha avuto un buon risultato sulla riscossione, sia su quella ordinaria che coattiva", come ha spiegato questa mattina l'assessore al Bilancio Gabriella Nardelli nella conferenza stampa di fine anno. Confrontando i numeri con i primi nove mesi 2021, al 30 settembre si registrano 14 milioni (+3%) in più di entrate tributarie.
Dal 2000 al 2015 ben 205 mln di multe non pagate
Nel capoluogo piemontese il valore delle sanzioni non pagate al Comune in quei quindici ammonta a 205 milioni di euro. Una cifra in cui sono inclusi sia la multa o le imposte non saldate, ma anche gli interessi maturati. E proprio questi ultimi non vengono cancellati dall'eventuale stralcio delle mini-cartelle esattoriali. Il moroso dovrà quindi comunque pagare una piccola cifra alla Città.
Lo Russo: "Se paga Governo valuteremo se aderire"
Aperto alla possibile cancellazione il sindaco Stefano Lo Russo. "Se paga il Governo, e quindi ci saranno le coperture, - ha spiegato - valuteremo se aderire". "L'Anci - ha aggiunto - ha posto questo come tema critico: è stravagante che si annunci la rottamazione delle cartelle e poi però non sono le risorse per poterlo fare".
Studio sulla Tari
Ma non è l'unica novità nel campo dei tributi. Come ha spiegato Nardelli, Palazzo Civico ha avviato uno studio per "l'analisi della composizione della TARI rispetto alla raccolta dei rifiuti". Tradotto: i privati, ma anche i negozi o le aziende pagano la tassa rifiuti in base alla propria categoria merceologica. Negli ultimi anni però sono cambiati i metodi di raccolta, così come la quantità di rifiuto da differenziare o che finisce in discarica. Da qui la necessità di rivedere gli indici, che porterà a mantenere le attuali "bollette" della Tari, oppure ad aumenti o diminuzione. Il processo si annuncia lungo e gli esiti si vedranno non prima di due anni. Ed i campo ambientale l'assessore Chiara Foglietta ha confermato che nel 2023 verrà potenziata la raccolta differenziata nel centro di Torino.