“Il turismo invernale nell'era della crisi climatica”: è questo il titolo del 6° dossier “Nevediversa”. Il documento, elaborato da Legambiente con il patrocinio della Città Metropolitana di Torino, si è concentrato sull'analisi dei cambiamenti climatici “ad alta quota” e sulle buone pratiche da attuare per uno sviluppo in armonia con l'ambiente; un turismo più sostenibile, da questo punto di vista, può contribuire a una montagna più resiliente.
Gli effetti dei cambiamenti climatici e il riscaldamento globale
Tra i dati più significativi, presentati dalla naturalista Vanda Bonardo, ci sono quelli legati ai riflessi del riscaldamento globale: il 2022, infatti, è stato l'anno più caldo e più secco in oltre 2 secoli, mentre la temperatura media dagli anni '60 è aumentata di più di 3° con conseguenze più che visibili sulla quantità di neve. A questa tendenza si contrappone un andamento comunque positivo delle presenze, anche se per periodi più brevi e non solo per sciare: “La montagna - ha sottolineato la stessa Bonardo – continua a piacere, ad appassionare e ad essere frequentata, non solo per praticare sport: tutto questo ci deve aiutare a costruire nuove prospettive”.
L'innevamento artificiale
Un altro aspetto interessante è quello dell'innevamento artificiale: in Italia, infatti, la percentuale di piste che ricorrono a questa soluzione è addirittura del 90%, rispetto al 70% dell'Austria, al 54% della Svizzera e al 39% della Francia. I costi di produzione di neve artificiale, inoltre, a causa della crisi energetica in corso hanno avuto un incremento notevole: per produrne 2 metri cubi, infatti, ci volevano circa 2 euro contro i 3/7 attuali; a questo si va ad aggiungere il consumo d'acqua.
Il problema degli impianti
Una delle novità del dossier riguarda il censimento degli impianti “in crisi” a livello italiano: di questi, 249 sono dismessi, 138 temporaneamente chiusi, 84 aperti a intermittenza, 181 che sopravvivono solo grazie a ingenti investimenti di denaro pubblico, 78 fatiscenti e 16 coinvolti in progetti di smantellamento e riuso. Non poteva mancare un focus sulle problematiche legate ai ritardi nella costruzione degli impianti per le Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano Cortina 2026, con il rischio di trascurare i risvolti ambientali, oltre al notevole aumento dei costi stimato.
Le buone pratiche
In chiusura, Nevediversa ha dato spazio a 70 buone pratiche che, unendo istituzioni, imprenditori e comunità, puntano su attività turistiche per uno sviluppo montano in armonia con l'ambiente. Tra queste il progetto “Beyond the Snow”, promosso da Eurec: “Ci rivolgiamo - ha spiegato il responsabile Andrea Omizzolo – alle comunità più in crisi, ovvero quelle presenti a bassa quota colpite dall'assenza di neve, stimolando una transizione socioeconomica con l'obiettivo di riconvertire le infrastrutture e promuovere altre attività sportive e non da poter praticare in montagna anche nella stagione invernale senza neve”.















