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Politica | 13 aprile 2023, 11:32

Manifesti offensivi, a Torino una Consulta per l'ok all'affissione. Minoranza all'attacco: "È censura"

La giunta propone di creare un organo con 5 esperti di diritto e comunicazione, dalla minoranza il no

Manifesti offensivi, a Torino una Consulta per l'ok all'affissione. Minoranza all'attacco: "È censura"

"Fino a ieri eravate tutti Charlie Hebdo, oggi siete tutti censori". Si può riassumere così la posizione della minoranza, ma anche di una parte della maggioranza in Sala Rossa, sulla proposta di creazione di una Consulta comunale "per la diffusione e l'esposizione dei messaggi pubblicitari in materia di comunicazione sociale". Una formula complessa che prevede l'istituzione di un organo di cinque componenti, a cui si possono rivolgere gli uffici comunali dei tributi per avere un parere sull'affissione di un manifesto. La proposta elaborata dalla giunta Lo Russo nasce dopo le polemiche dello scorso anno, quando a Torino erano stati messi dei cartelloni contro l'aborto che ritraevano un feto nella pancia della mamma. 

"Consulta a garanzia pluralismo" 

Attualmente la Città, nel momento in cui deve autorizzare la presenza di cartelloni o locandine nei propri spazi sui muri, può riferirsi all'istituto di autoregolamentazione della pubblicità. Quest'ultimo stabilisce se i messaggi pubblicitari violano la legge, ma nel 99% dei casi arriva sempre all'ok. "Noi vogliamo istituire - spiega Rosatelli - una consulta a garanzia massima del pluralismo, che offre pareri non vincolanti e sarà a supporto dell'ufficio tributi, per evitare il sospetto che il Comune faccia cassa su messaggi lesivi delle persone". La proposta è che l'organo sia formato da cinque persone indipendenti, esperti in materia giuridica e di comunicazione: tre saranno scelte dai gruppi di maggioranza, due dall'opposizione. La proposta è stata discussa ieri in commissione, sollevando una levata di scudi da parte della minoranza. 

"Consulta della censura" 

"Questa è la Consulta - ha sottolineato il capogruppo del M5S Andrea Russi - della censura, che ha avuto come primo effetto di silenziare la discussione sull'aumento delle tasse per i torinesi.  La Cosap e la Cimp aumentano del 4.3%, pari a due milioni in più sul bilancio". "È una voce molto piccola: si poteva evitare di gravare sui cittadini, in un momento di così difficile" conclude il pentastellato. Critico anche il capogruppo di FdI Giovanni Crosetto, che ha osservato: "Nessuna altra amministrazione ha adottato questa consulta. Il quorum con cui delibera è a maggioranza relativa, cioè tre su due, non qualificata (4 su 5 ndr)". 

Ma l'attacco più duro è arrivato dal capogruppo della civica per Torino Silvio Viale: "Per decenni abbiamo sempre risolto la polemica sui manifesti senza mai censurarli: senza nessuna discussione in maggioranza, viene proposta una consulta che è di censura". "Per me la libertà di opinione è sacra: cosa succederebbe oggi con il manifesto del bacio tra una suora e un prete di Olivero Toscani?" ha aggiunto l'esponente di minoranza. A replicare la capogruppo di Sinistra Ecologista Alice Ravinale: "Condivido la proposta: evitare i discorsi d'odio, ma nel pieno rispetto della libertà di espressione, è questione complessa". "La presenza di un comitato di esperti a supporto degli uffici tecnici, che autorizzano le affissioni pubblicitarie, può senza dubbio essere utile" conclude Ravinale. 

Cinzia Gatti

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