180 quintali di cibo distribuito (circa 7 chili per persona ogni 28 giorni), 8.500 litri di latte, olio e altri liquidi, 2.200 pezzi tra pannolini, mascherine e altri prodotti non alimentari. Sono i numeri del primo anno di attività dell’Emporio Solidale - Il Bello e il Buono della Solidarietà, ospitato nell’Ecomuseo del Freidano di Settimo Torinese, che è stato inaugurato il 7 aprile 2022.
Il progetto, promosso dal Comune di Settimo Torinese e dall'Unione del Comuni dell’area Nord-Est di Torino, è frutto della co-progettazione con Fondazione Comunità Solidale, Associazione Casa dei Popoli, Croce Rossa Italiana - Comitato di Settimo Torinese e Cooperativa Sociale Il Margine, con la collaborazione di Cooperativa Cisv Solidarietà e Associazione Fa Bene Community, e con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo, Unicredit Foundation e Regione Piemonte.
Come funziona il progetto l’Emporio Solidale? Sono ammesse al progetto, tramite i servizi sociali della Città di Settimo e di Unione Net, persone che vivono un momento di difficoltà, in particolare per la perdita del posto di lavoro. L'accesso ha un tempo limitato a un anno, eventualmente rinnovabile di un altro anno. Al fine di superare il concetto assistenzialistico a favore di un modello che promuova potenzialità e sviluppo personale e sociale, i beneficiari vengono coinvolti in un progetto, condiviso con il servizio sociale, finalizzato al raggiungimento di una maggior autonomia, che comprende percorsi formativi/informativi e sostegno nell'attivazione lavorativa. Sono anche previsti percorsi di sensibilizzazione, workshop e affiancamento negli acquisti, al fine di promuovere modelli di consumo più sani e sostenibili, in un’ottica di benessere generale della persona.
A ogni nucleo familiare o singolo beneficiario viene consegnata una tessera punti personalizzata (120 punti per il primo componente della famiglia, altri 40 punti per ogni famigliare, ricarica ogni 28 giorni) con la quale può scegliere alimenti e beni di prima necessità, selezionando tra i vari prodotti disponibili quelli che maggiormente soddisfano i propri bisogni: pasta, pane, biscotti, latte, passata di pomodoro, carne e verdure in scatola, prodotti per l’igiene personale e per la casa. I punti devono essere spesi entro 28 giorni, la percentuale di affluenza all’Emporio in questo primo anno è stata altissima (92 per cento). La possibilità di “fare la spesa” in autonomia rappresenta l'evoluzione dei tradizionali aiuti come i pacchi spesa e promuove l'acquisto consapevole basato sulle specifiche necessità delle persone.
Altro dato positivo deriva dall'analisi dei beneficiari: le famiglie seguite, nel corso dell'anno, sono lievemente diminuite. Al momento dell’inaugurazione erano 112 nuclei famigliari (338 persone), che oggi sono scesi a 99 (301 persone). Questo indica una tendenza dei beneficiari a uscire, in autonomia, dalla situazione di emergenza e consente, nel tempo, di allargare il progetto ad altri. Ciò avverrà nelle prossime settimane, con un nuovo bando che, anche grazie a ulteriori risorse ottenute, potrà coprire fino a 150 nuclei familiari, circa il 50 per cento in più rispetto al primo anno.
I prodotti provengono da filiere tracciabili e di qualità. I canali di approvvigionamento dell'Emporio sono diversificati: alcuni beni vengono acquistati, altri sono donati, altri ancora arrivano da progetti di lotta allo spreco. I prodotti “senza marchio” sono AGEA, provenienti dall’Unione Europea per progetti a finalità sociale; aiuti costanti arrivano Rotary, Lyons di Settimo e Novacoop, da aziende distributrici e produttori locali, e dalle scuole del territorio che donano i prodotti i prodotti freschi non consumati nelle mense scolastiche. L’obiettivo dell’Emporio è diventare il più possibile indipendente dagli acquisti, oggi indispensabili per offrire ai beneficiari la necessaria varietà di prodotti, al fine di essere sostenibile e indipendente. Nel primo anno di attività, la quota di merce acquistata è già calata del 10 per cento, un ottimo risultato.
L'Emporio Solidale non è un luogo chiuso, ma una maglia della rete sociale che declina la sostenibilità in vari modi: sostegno alle fragilità, lotta allo spreco, educazione alimentare, cultura. Per farlo, coinvolge istituzioni, associazioni, volontari (sono 15 quelli che prestano servizio per scaricare le merci, sistemare gli scaffali, aiutare i beneficiari e gestire la cassa), aziende, scuole. La formazione sui temi dell’educazione alimentare, del contrasto allo spreco, della sostenibilità ambientale, della circolarità delle risorse viene erogata anche a favore del territorio e in ambito scolastico.
"L’Emporio Solidale - commenta Renato Pittalis, sindaco di Leinì e presidente dell’Unione NET - è un posto splendido, dedicato a coloro che ancora non sono in carico ai servizi sociali e che qui trovano la via verso la normalità, verso una serenità che va oltre il proprio momento di difficoltà, perché spesa significa casa, e poterla fare significa non avere il problema di mangiare e dar da mangiare ai propri cari. Da qui inizia un percorso di riabilitazione e di autonomia, ma soprattutto un percorso di ritorno al sociale, di emersione dalla palude del bisogno, grazie a tanti attori che costruiscono un ambiente sano e un circolo virtuoso della lotta alla povertà, ma anche allo spreco: associazioni, cooperative, scuole, insieme per generare un valore non economico, ma sociale. Tra qualche mese una esperienza analoga nascerà a Leini, in una contaminazione positiva che è il senso e l’emblema dello spirito con cui nasce, progetta e agisce Unione Net".
"Gli strumenti tradizionali del welfare - interviene la sindaca di Settimo, Elena Piastra - non bastano più a coprire le esigenze di una comunità che è profondamente cambiata nella sua struttura, nei suoi legami sociali e nelle sue necessità. Il modello assistenzialista si può e si deve aggiornare con strumenti innovativi, sostenibili e adatti a una nuova platea, che spesso non è abituata a beneficiare di aiuti pubblici: l'Emporio Solidale è nato così. Non è solo un piccolo supermercato: è un presidio per le istituzioni, un luogo di ascolto e di confronto dove le persone hanno un contatto con il Comune, accedono alle informazioni su bandi o su possibili inserimenti lavorativi. I risultati sono più che incoraggianti: abbiamo beneficiari che in pochi mesi si sono messi nelle condizioni di uscire dal progetto, e che magari oggi vogliono addirittura restituire qualcosa, in termini di tempo, impegno e volontariato. Il modello non è perfetto, possiamo ancora migliorare molto, penso ad esempio alla sostenibilità economica del progetto. Ma la strada è giusta e l'Emporio oggi a ragione è un piccolo fiore all'occhiello della nostra Città".