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Attualità | 03 maggio 2023, 17:10

Il Banco alimentare del Piemonte festeggia i suoi primi 30 anni. “Aiutiamo oltre 110mila persone ogni anno”

Salvatore Collarino, presidente dell’organizzazione di volontariato che raccoglie e ridistribuisce eccedenze alimentari, racconta la rete di aiuti piemontese. Il 6 maggio ci sarà una camminata benefica da Neive

banco alimentare e salvatore collarino

Il Banco alimentare del Piemonte festeggia i suoi primi 30 anni. “Aiutiamo oltre 110mila persone ogni anno”

Il Banco Alimentare del Piemonte e la solidarietà sbarcano nelle Langhe: sabato 6 maggio ci sarà una camminata benefica a Neive (per iscrizioni: https://www.pampatrek.it/eventi/ccammina-per-il-banco-alimentare-langhe/). Si tratta di una delle tante attività che l’organizzazione di volontariato, che raccoglie e ridistribuisce eccedenze alimentari, ha organizzato per festeggiare i 30 anni dalla sua fondazione. Il presidente Salvatore Collarino ci racconta la storia e il presente di una grande macchina di generosità.


Come siete nati?
“Il primo Banco Alimentare nasce a Phoenix in Arizona nel 1967 dall’intuizione avuta da John Van Hengel di raccogliere dai ristoranti il surplus di cibo avanzato alla fine della giornata per donarlo ai più poveri della sua città.  In Italia l’esperienza del Banco Alimentare inizia per volontà del cavaliere Danilo Fossati e di monsignor Luigi Giussani nel 1989 a Milano. In Piemonte, alcuni anni dopo, è stata portata avanti l’esperienza milanese grazie a un gruppo di amici. Hanno deciso di dedicare del tempo alle persone in difficoltà, raccogliendo del cibo che altrimenti sarebbe andato sprecato. Piano piano questa idea si è sviluppata e si è ingrandita fino a diventare un'opera totalmente adulta che raccoglie e distribuisce ogni anno 9.400 tonnellate di cibo solo in Piemonte”.
 
Ci può parlare della vostra organizzazione?
“A Moncalieri abbiamo 3000 metri quadri di magazzino e circa 500 metri dedicati alle attività di ufficio: da qui abitualmente serviamo altre quattro sedi nelle province di Asti, Cuneo Novara e Biella dove si appoggiano 564 strutture caritative convenzionate perché come spesso amo dire “noi aiutiamo chi aiuta”. A loro volta queste associazioni o gruppi aiutano oltre 110.000 persone tutto il Piemonte. Il Banco Alimentare è il perno di un sistema che costa poco, coinvolge tanti soggetti e fornisce un grosso beneficio per le persone”.

Il vostro motore sono i volontari.
“Sì, senza dubbio. Operano nei 5 magazzini piemontesi, contribuendo in modo indispensabile al funzionamento delle attività quotidiane. Molti di loro sono con noi da tanti anni, qualcuno fin dall’inizio, perché hanno trovato nel Banco Alimentare un luogo dove rendersi utili, creare amicizie, valore e mettere a disposizione, non solo dell’associazione, ma della comunità le proprie competenze”.

Come state festeggiando i vostri 30 anni?
“Con tutta una serie di iniziative e attività speciali che dureranno per tutto il 2023. Abbiamo iniziato con le passeggiate solidali, che concluderemo il 6 maggio a Neive. Si tratta di un’escursione ad anello facile e panoramica di circa 12 chilometri, adatta anche alle famiglie. Partenza e arrivo da Neive, passando per Barbaresco. Si cammina su sentieri sterrati tra i filari di vigna in uno scenario meraviglioso. Ogni partecipante ci aiuterà a donare due pasti. Le attività sono state pensate all'insegna del fare insieme, del trovare dei compagni di strada con cui condividere il cammino”.  

È prevista qualche altra iniziativa?
“Presenteremo una mostra che vuole far luce su tutte le attività caritative del Piemonte e sulle persone che ci aiutano guardando ai bisogni degli ultimi. I volontari non distribuiscono solo il cibo, ma si prendono cura delle persone, fanno corsi di formazione, si occupano delle persone senza fissa dimora, in sottoscala, oratori, parrocchie. Non vogliamo fare un’opera di denuncia, ma celebrare chi sostiene le persone in difficoltà in un modo aperto e caritevole”.

Che situazione si vive in Piemonte?
“Nel 2022 lo scoppio della guerra in Ucraina ha portato a un aumento delle richieste di sostegno a causa dell’arrivo dei profughi dall’estero e delle conseguenze sociali ed economiche che la guerra ha provocato anche nel nostro Paese. Il Piemonte ha risposto in modo esemplare e noi ci siamo messi a disposizione delle strutture caritative. Il picco si è ridotto, ma siamo comunque in una situazione di emergenza, a causa di un aumento delle materie prime, dei servizi, dei mutui. Come spiegheremo presentando il bilancio sociale del 2022 non stiamo assistendo tanto a un aumento numerico delle persone che chiedono aiuto, ma a un cambiamento della tipologia”.

Chi sono i nuovi poveri?
“Ci sono gli anziani, ma anche famiglie giovani con figli, che magari hanno perso un reddito e si trovano in difficoltà con le bollette e si rivolgono alle strutture assistenziali del territorio. In fila nelle mense della Caritas si vedono persone giovani con ragazzi al seguito. Non ci sono solo disoccupati, ma lavoratori poveri, il cui stipendio non basta ad arrivare a fine mese. E poi un’altra novità riguarda il fatto che le percentuali di famiglie italiane in difficoltà hanno raggiunto e superato quelle straniere”.

redazione

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