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Sanità | 24 maggio 2023, 19:53

Sanità, la denuncia dei medici di base: "Mancano 438 professionisti in Piemonte"

A Torino 70 carenze nel 2022, solo la metà coperte da subentri. Il paradosso? Le Regioni avrebbero dovuto pubblicare il bando per il concorso entro il 28 febbraio: dopo 85 giorni di ritardo, la speranza è di far partire i corsi entro fine anno

Sanità, la denuncia dei medici di base: "Mancano 438 professionisti in Piemonte"

AAA medici di base cercasi. E' una vera e propria diaspora i cui effetti si abbattono sulla pelle dei cittadini piemontesi quella dei medici di medicina generale nella nostra regione. Nel 2023 mancano infatti 438 professionisti, per un disservizio che tocca oggi un totale di circa mezzo milione di cittadini.

I medici di base sono sempre di meno, molti abbandonano il camice per migrare verso realtà private più sostenibili: "L'anno scorso la carenza era di 229 professionisti, oggi la situazione è più grave. Scontiamo ritardi non giustificati, al limite del dolo: è mancata la programmazione", hanno affermato i medici di base, auditi in Comune di Torino.

Il paradosso? Al netto dei ritardi, bandi e corsi sono fermi. "La legge dice che entro il 28 febbraio le Regioni devono pubblicare i bandi, per far sì che il ministero avvii i concorsi: siamo al 24 maggio e dopo 85 giorni di ritardo è tutto fermo. Abbiamo sollecitato le regioni, i presidenti e gli assessorati. L'obiettivo far partire il corso entro l'anno".

In attesa che la burocrazia faccia il suo (lento) corso, i medici sono sempre meno. Sempre più cittadini rimangono senza medico di base o rischiano quantomeno di non poterlo scegliere. A Torino la situazione è meno grave rispetto al resto della provincia, ma nei paesi il problema è reale e difficilmente risolvibile.

A Torino nel 2022 le carenze sono state 70 (un numero elevato), di cui solo 34 coperte poi successivamente. Oggi, nonostante siano state supplite carenze da colleghi provenienti da altre regioni o in formazione, ne rimangono in stato d'assegnazione ben 64. "Ci sono persone con problemi di salute che non riescono più a raggiungere il medico che si è spostato: a Torino non c'è un accesso omogeneo alle cure" è la denuncia.

"Assistiamo anche a un fenomeno di abbandono della professione, perché ormai poco attrattiva. Tanti giovani iniziano, si trovano con carichi di lavoro eccessivi, non reggono e lasciano la professione. Se non si porranno dei correttivi il fenomeno aumenterà e si aggraverà", è il monito lanciato dai medici di base.

"Occorrono investimenti e ci vuole una visione: gli investimenti sembrano ora arrivare dal Pnrr, ma ricordiamo a tutti che entrerà in piena funzione tra qualche anno, nel 2026. Come arriveremo fino a quella data?". Una domanda destinata, almeno per il momento, a rimanere senza risposta.

Un'altra risposta, in termini di visione, può arrivare dalle Case di Comunità che sorgeranno in Piemonte: "Le immaginiamo come degli hub, con professionisti coordinati. Spostiamo i compiti del sindaco medico su delle equipe formate con raziocinio, valorizzando quello che c'è al meglio. Le Case di Comunità vanno però affiancate agli studi di medicina generale sparsi sul territorio".

Andrea Parisotto

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