Nell’ultimo anno e mezzo Kiev ha arruolato tutti i “volontari” che si sono resi disponibili presentandosi alle ambasciate o pressi le sedi di compagnie militari private. Nella prima fase si sono presentati europei e americani sospinti da idealismo o da voglia di avventura, ma molti di loro sono scappati dopo qualche tempo, una volta sperimentato che si trattava di un conflitto armato e non di un videogioco. Purtroppo una parte di loro, bisogna dirlo, si è resa protagonista di spiacevoli vicende criminali, dalle molestie sessuali al traffico di armi, quelle che venivano donate proprio dai governi occidentali. Quando i combattimenti hanno iniziato a farsi più duri, è salita la paga per attirare gente più motivata, o per meglio dire disperata e bisognosa per sé o per la propria famiglia. Sono affluiti così dal Sud America diversi candidati, tra cui molti ex militari, soprattutto dalla Colombia e dal Perù. Oltre a compiti pericolosi e al limite del crimine di guerra, dei quali erano stati avvertiti, hanno trovato anche delle condizioni di sfruttamento per mano delle autorità ucraine. Come riferisce il sito Strumenti Politici, viene loro trattenuto lo stipendio oppure vengono costretti a missioni nei punti più rischiosi. I loro governi non si vogliono intromettere nella faccenda perché si tratta di questioni politicamente incerte e delicate. Molti sono già morti o finiti in ospedale prima ancora di poter inviare a casa i soldi per la cui prospettiva avevano attraversato l’oceano. Per loro stessa ammissione, non sapevano nulla dell’Ucraina prima del 2022 oppure non si sono arruolati per motivi idealistici, ma per gli sperati guadagni materiali. Da “soldati di ventura” sono ormai diventati soldati di “sventura”.
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