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Economia e lavoro | 27 febbraio 2024, 12:28

In tempi di trattori e proteste, Biraghi festeggia 7 anni di Pecorino etico solidale (salvando i pastori sardi)

Si rinnova il progetto che dal 2017 ha gettato un ponte tra il Piemonte e la Sardegna pagando un prezzo equo ai produttori: "Eravamo increduli, ci hanno portato fuori dalla crisi. Ora è il consumatore che deve capire"

In tempi di trattori e proteste, Biraghi festeggia 7 anni di Pecorino etico solidale (salvando i pastori sardi)

Compie sette anni il progetto del Pecorino etico solidale di Biraghi. L'iniziativa che vede protagonista un'azienda casearia leader per il Piemonte (e non solo) e che ha costruito un ponte che avvicina la nostra regione alla Sardegna. Tutto comincia nel 2017 e, accanto alla qualità, abbina un gesto di responsabilità: quello di pagare un prezzo equo alle cooperative di pastori e produttori. In grado di coprire almeno i costi di produzione e che viene aggiornato anno dopo anno, a seconda dell'andamento del mercato. Dall'inizio del progetto, sono oltre 1,5 i milioni di chili comprati dall'azienda cuneese.

"Volevamo ampliare la nostra gamma, visto che siamo leader nel formaggio grattugiato - dice Claudio Testa, consigliere d'amministrazione di Biraghi - E visto che in Piemonte non siamo grandi produttori di pecorino, ci siamo affacciati alla Sardegna. Nel 2017 però il pecorino era in profonda crisi, pagato sotto i costi di produzione. Allora è nato l'accordo per pagare il giusto prezzo a tutta la filiera. Altrimenti la produzione in Sardegna avrebbe rischiato di sparire". 

Tra proteste e senso di responsabilità 

Un gesto che, in tempi di proteste e manifestazioni del settore primario, soprattutto con le pratiche sleali nel mirino, assume un valore ancora più potente. "Abbiamo un bollino che certifica il nostro sforzo, a dimostrare che se, sul bancone, costiamo più di altri tipi di pecorino è proprio per il nostro rispetto nei confronti dei pastori e dei produttori", sottolinea Testa.

E il direttore della Coldiretti Sardegna, Luca Saba, ribadisce: "A questo punto la differenza possono farla solo i consumatori: devono capire che un prezzo troppo basso non è praticabile, all'interno della grande distribuzione. Si tratta del prezzo che permette di sopravvivere ad aree rurali marginali che altrimenti non ce la farebbero".

Un accordo che ci lasciò increduli, ma ci fece andare avanti

A rappresentare la Coldiretti sarda, Leonardo Salis, vicepresidente regionale dell'associazione di categoria: "Bisogna ringraziare col cuore chi ha voluto questo accordo. Le nostre aziende non potevano andare avanti e non avrebbero resistito di fronte a una crisi così. Con contratti firmati e tutte le garanzie, eravamo increduli: produrre latte costava 74 centesimi al litro, ma ci veniva pagato 60 centesimi. Noi riuscimmo a farlo pagare un euro. Speriamo che questo possa essere di esempio anche per altre aziende e per altri settori".

Una storia piemontese lunga 90 anni (che ora cambia marchio)

"La Biraghi nasce nel 1934 e realizza il sogno del suo fondatore a Cavallermaggiore - racconta Testa - Compiremo 90 anni nel 2024 e continuiamo a crescere dove siamo nati, da piccolo caseificio a grande industria, guidata da Anna e Bruno Biraghi. L'azienda raccoglie il 16% del latte prodotto in Piemonte, ricevendo il latte da 160 aziende, 250 famiglie e oltre mille addetti, compreso questo indotto cosi prezioso. E spende 90 milioni di risorse all'anno sul territorio, perché usiamo soltanto latte del territorio e non abbiamo mai comprato latte estero. Nel 2023 fatturato da 171 milioni di euro, in continua crescita anno dopo anno". 

L’azienda produce ogni anno 320mila forme di Gran Biraghi (da cui vengono ricavati vari prodotti già pronti, tra cubetti, grattugiato e cosi via) e 200mila forme di gorgonzola dop. E se per Biraghi l'export totale pesa per il 12%, il progetto legato al pecorino vant un 5% sui mercati stranieri, ma con una crescita solo nell'ultimo anno del 33%"Ecco perché pensiamo di avere grossi margini di crescita in questi termini", aggiunge Testa.

Per i 90 anni, inoltre, l'azienda prepara una novità. "Abbiamo creato un nuovo marchio, più impattante e moderno e che sarà messo anche sul pecorino grattugiato".

Massimiliano Sciullo

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