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Attualità | 28 settembre 2024, 11:24

Il saluto del Questore Ciarambino a Torino: "Tre anni intensi, città impegnativa per ordine e sicurezza pubblica"

E sul rischio infiltrazioni ndrangheta nelle istituzioni: "Se non svegli coscienze, rischio che il cancro dilaghi"

Il saluto del Questore Ciarambino a Torino: "Tre anni intensi, città impegnativa per ordine e sicurezza pubblica"


"Sono stati tre anni molto intensi. Sono state rispettate le previsioni iniziali, che mi fecero dire che Torino era impegnativa sotto il profilo dell'ordine e della sicurezza pubblica: lo abbiamo riscontrato sulle ossa".
È questo il bilancio di fine mandato del Questore di Torino Vincenzo Ciarambino, nominato Prefetto dal Consiglio dei Ministri lo scorso 17 settembre. 

"Tre anni dedicati alla gestione sicurezza nella città" 

63 compiuti ad agosto, lascia l'incarico nel capoluogo piemontese dove era arrivato nell'ottobre del 2021, quando aveva preso il posto di Giuseppe De Matteis. Per Ciarambino sono stati "tre anni dedicati alla gestione della sicurezza nella città e nei quartieri, affinché tutte le manifestazioni andassero per il meglio, sia sotto profilo di chi partecipava, sia dal punto di vista della  tutela del personale". "Quando non si è verificato, - ha aggiunto - non è stata colpa nostra. Laddove è stato necessario usare la forza, questa è stata l'ultima spiaggia possibile". 

Di origini foggiane, il neoprefetto è in polizia dal 1988. Prima di Torino era stato Questore a Genova. "Il mio bilancio - ha spiegato Ciarambino - è positivo: Torino soffre le problematiche e le contraddizioni di una grande città. Le ultime cronache e statistiche hanno fatto emergere che la città soffre per determinate forme di reati, su cui intervenire in maniera energica". 

"Torino esempio per gestione ordine pubblico" 

E sulla più grande soddisfazione e rimpianto di questi tre anni di lavoro, Ciarambino è chiaro: "La più grande soddisfazione è di aver tenuto la squadra della Questura unita e di aver riscontrato che all'interno ci sono tante personalità di eccellenza. Questo la pone come esempio per la gestione dell'ordine e sicurezza pubblica: non è merito solo mio, ma anche dei Questori avvicendatesi in questi anni, che hanno tenuto alta questa scuola dalla gestione "sabauda"". 

Negli scorsi giorni si è verificato un blitz della Finanza che ha fatto finire in manette sei persone, nell’ambito di un’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta, tra Moncalieri e Carmagnola. Tra di loro anche Domenico Ceravolo, ai vertici della Filca-Cisl. Un'operazione che acceso un ennesimo faro sulla zona grigia che a volte si crea tra criminalità organizzata ed istituzioni. 

"Io credo che le mafie - ha sottolineato Ciarambino - ai più non interessino, sono percepiti come il terrorismo argomenti di nicchia dedicati a pochi esperti: questo dà vita alla mancanza di attenzione per i contatti tra vari settori". "Questo allarme - ha proseguito - era stato lanciato anche dal procuratore capo Saluzzo: se non svegli le le coscienze, c'è il rischio che questo cancro dilaghi. Il tema delle mafie non deve essere un problema relegato a soggetti ed esperti di settore". 

Il ddl Sicurezza

Lo scorso 18 settembre la Camera dei deputati ha approvato il cosiddetto “ddl Sicurezza”, un disegno di legge molto pubblicizzato dal governo Meloni che introduce nuovi reati e inasprimenti di pene. Un provvedimento fortemente contestato dalle opposizioni, sindacati ed associazioni perché considerato troppo repressivo. "Io penso che ogni strumento normativo - ha osservato sul punto Ciarambino - messo a disposizione delle forze polizia, soprattutto quelli che servono a tutelare il personale di polizia, sia positivo. Gli agenti devono essere tutelati adeguatamente, così come  le categorie sanitarie ed i cittadini da altri tipi di reati: penso ad esempio alle occupazioni abusive". 

Dopo tre anni a Torino, il posto preferito di Ciarambino è la "parte della Gran Madre. Piazza Vittorio e i dintorni sono la parte che mi è piaciuta di più".

Cinzia Gatti

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