In via Talucchi, all'angolo col civico numero 4 di via Palmieri, nel cuore del quartiere San Donato, è presente un edificio maestoso ma estremamente lineare: casa Riva.
Di primo acchito, data la semplicità delle sue forme, esso potrebbe apparire di scarsa o nulla rilevanza dal punto di vista architettonico.
In realtà, ad uno sguardo più attento, ci si rende conto che, invece, casa Riva porta su di sé il simbolo di un'epoca storica...o meglio, della sua caduta.
Ma facciamo un passo indietro.
Questo stabile, dallo spiccato stile razionalista in voga negli anni '20 e '30 del secolo scorso, venne infatti edificato nel 1932 dall'architetto Antonio Pogatschning, su commissione di Secondo Riva.
Nel pieno del periodo fascista, quindi.
Le due statue abbarbicate su due livelli dell'edificio, all'angolo dello stesso, sono frutto dell'estro creativo dello scultore Umberto Baglioni, che le installò agli inizi degli anni '40. Esse inquadrano perfettamente casa Riva dal punto di vista temporale.
In particolare, quella collocata sulla sua sommità, rappresenta una figura maschile col braccio destro sollevato, nell'intento di effettuare il saluto fascista. O meglio, era così fino a quando la scultura rimase intatta. Fino, cioè, al 25 luglio 1943 quando alcuni ragazzini, come gesto di ribellione all'epoca storica appena conclusa,
decisero di recidere quel braccio.
Dunque, casa Riva è l'esempio lampante del fatto che architettura e periodi storici sono elementi intrecciati a doppio filo l'uno all'altro, e si influenzano vicendevolmente, nel bene e nel male.