"Le criticità sono tante, mancano soprattutto le risposte". Così Silvia Marchetti, segretaria Ugl Torino, ha aperto i lavori della Commissione comunale dedicata alla crisi industriale cittadina e alle possibili politiche da adottare. Insieme ai consiglieri comunali, gli esponenti di Ugl, Cisal, Confsal e Associazione quadri.
Timori che trovano in Stellantis il suo centro di gravità, ma che riguarda anche l'indotto e altre realtà storiche come Comau (in attesa di spin off) e Marelli, dove i volumi di lavoro non mancano, ma gli addetti sono letteralmente crollati negli ultimi anni.
In crisi dal 2019: 4 aziende su 10 perdono quota
"Torino è in stato di crisi dal 2019 e da tempo chiediamo chiarezza per il futuro: cosa si è fatto fino a oggi? Preferisco elencare i problemi: oltre il 40% delle imprese manifatturiere ha avuto un calo della produzione e del fatturato, un dato molto preoccupante. E in quasi un caso su due gli ordini non superano il mese: si lavora a giornata, ma senza una previsione di lavoro almeno semestrale. Cosa che invece servirebbe per le aziende che vogliono raggiungere un utile e un profitto. Bisogna intensificare i rapporti con il mercato estero, diversificando le committenze. E non parlo soltando dell'automotive, ma del manifatturiero in generale. Bisogna valorizzare le filiere e puntare su impulsi come il filone dei microchip che sta interessando Novara".
Città più cassintegrata d'Italia
Intanto, però, "Torino resta la città più cassintegrata d'Italia, con un aumento del 40% rispetto allo scorso anno: un dato allarmante. Molti dei torinesi sopravvivono senza uno stipendio dignitoso e questo colpisce anche il terziario della città, che viene rallentato dal calo dei consumi. Non sfugge il tema delle chiusure di alcuni centri commerciali, a cominciare dalla vendita di beni di prima necessità come gli alimentari". E questo porta anche a "zone di Torino che soffrono più di altre, anche in termini di sicurezza e non solo di economia. Per esempio a Torino Nord".
Una crisi che parte da Stellantis, ma che finisce per travolgere anche l'indotto. "Tutta la prima cintura sta subendo enormi perdite, magari con famiglie in cui entrambi i redditi sono legati alla stessa azienda". "Studenti e turismo - conclude -: Torino deve rimanere città manifatturiera".
"Difficile trovare interlocutori"
E Antonio Alfiero, Confsal, ha aggiunto: "A volte è difficile trovare anche solo un interlocutore in grado di presentare progetti concreti, reali. Invece ci sono incontri che non portano a nulla, mentre anche la grande Germania e Volkswagen mostrano segnali di crisi". "Servono investitori, anche stranieri. Così come bisogna trovare figli che proseguano la strada dei padri, con senso di appartenenza al territorio".
"Attendere fino alla 500 ibrida"
Per l'Associazione quadri è intervenuto Fabrizio Amante: "Bisognerà attendere l'arrico della 500 ibrida per avere un rilancio produttivo a Mirafiori. Non vedo altre possibilità di impulso. Stiamo vivendo una tempesta perfetta data da elementi congiunturali e crisi internazionali: soffriamo l'imposizione della transizione tecnologica da parte dell'Europa, ma anche di una fusione con Psa che sta imponendo i suoi modelli di progettazione e gestione dei processi". "Per ora stiamo producendo modelli che erano stati assegnati da Marchionne. Ecco perché bisogna pretendere l'assegnazione di nuovi modelli, ben sapendo che servono tempi per l'avvio del loro sviluppo: servono almeno tre anni di progettazione".
E Ciro Marino, segretario Uglm Torino, aggiunge: "E' chiaro che la situazione non vede luce fuori dal tunnel. Non si sa nemmeno se Stellanti lavorerà per 15 giorni da qui a Natale". "Il 18 ottobre ci sarà una manifestazione che, nata unitaria a Torino, qualcuno ha voluto dividere tra Fim, Fiom, Uilm e le altre organizzazioni sindacali. Non si può raggiungere l'obiettivo se ci si divide. Bisogna ricucire la ferita".
Intanto è stato confermato per l'8 novembre l'incontro in comune con Marco Gay, presidente Unione Industriali di Torino.