Passato il periodo di sperimentazione, la Regione Piemonte è pronta a passare nell'estate alla fase due. Si continua con esami e visita sanitarie extra-orario, quindi la sera e nei weekend, ma l'obiettivo è "aggredire" le liste d'attesa più lunghe.
"Inaccettabile un anno di attesa per una colonscopia"
A chiarirlo dall'assessore alla Sanità Federico Riboldi, durante l'incontro promosso a pranzo da Dumsedafe su impulso del coordinatore Piero Gola. "Un anno di attesa per una colonscopia - ha spiegato l'esponente della giunta Cirio - non più accettabile: quella situazione va risolta".
"Le visite nel weekend e alla sera - ha proseguito Riboldi - sono un buon modello: non hanno modificato in maniera strutturale le liste d'attesa, ma hanno permesso a 50mila piemontesi di usufruire del servizio sanitario pubblico".
Il punto dal 1° giugno
Passata però la sperimentazione che ha permesso di raccogliere i primi feedback, ora Riboldi promette di mettere in campo dei correttivi. Non saranno più in "forma generalista. A partire dal 1° giugno l'assessorato si siederà attorno al tavolo per fare il punto partendo dai dati della "control control room" al 24esimo piano del Grattacielo della Regione Piemonte, che monitora in tempo reale i flussi e i dati relativi agli ospedali e ai presidi sanitari.
"Partiamo - ha chiarito l'assessore - dalle dieci prestazioni che registrano maggiori ritardi: su quelle concentriamo le risorse, con l'obiettivo di scendere da un anno a sei mesi di attesa. Lo facciamo con la contezza di numeri alla mano".
Gli esami con più ritardi
Nell'elenco degli esami per cui bisogna attendere 12 mesi per una visita negli ospedali piemontesi figurano appunto le colonscopie, ma anche le prime visite dermatologiche e oculistiche specialistiche.
CUP via app
Ma non è l'unico provvedimento che Riboldi intende mettere in campo per ridurre le tempistiche. Ad oggi le mancate disdette cubano un quarto delle visite non fatte in Regione, un costo sociale enorme. "A partire da gennaio 2026 i cittadini avranno a disposizione il nuovo CUP via app: ci sarà un canale diretto per annullare".
Chi non cancellerà l'appuntamento dal prossimo anno "pagherà il ticket pieno". Ma per chi non ha dimestichezza con le nuove tecnologie, continuerà ad esserci la possibilità di chiamare il call center dove troveranno "180 persone, consulenti dedicate per le persone che non sono informatizzate" ha concluso l'assessore.