Il bullismo a scuola è un problema attuale, ma esiste da anni. La triste domanda "C'è del bullismo a scuola cosa fare?" è ancora oggi tra i quesiti più cercati online, segno che molte famiglie si trovano impreparate ad affrontare queste situazioni delicate.
Diverse indagini condotte nel nostro paese, su un ampio margine di giovani, riportano che:
● 70%: ritiene che non si agisca abbastanza in contrasto;
● 6 su 10: hanno assistito ad atti di bullismo e cyberbullismo;
● 50% almeno una volta nella vita ( per periodi brevi o lunghi) n'è stato vittima.
Troppo spesso sentiamo parlare di episodi di bullismo a scuola nei telegiornali o sui social, ma raramente ci soffermiamo davvero sulle conseguenze profonde che questi comportamenti possono avere sulla vita di bambini e adolescenti. I danni non sono solo fisici, ma lasciano ferite emotive e psicologiche difficili da affrontare e superare.
Spesso coloro i quali ne sono vittime, tendono a non voler esplicitare la propria sofferenza; in alcuni casi ciò li induce a strutturare un meccanismo di difesa, rispetto a quest'ultima, che li porta a vivere un profondo senso di vergogna e di inadeguatezza.
Qual è il risultato?
La chiusura ed un atteggiamento coartato che non favorisce l'elaborazione di quel profondo disagio.
In una generazione digitale, dove tutto si amplifica attraverso chat, social network e piattaforme online, anche il tema sul bullismo e cyberbullismo diventa sempre più complesso da affrontare.
In passato spesso le risorse preziose erano il contesto scolastico e certamente la famiglia. Oggi la maggiore consapevolezza e la sensibilità al riguardo ha visto nascere professionisti come gli avvocati del diritto scolastico ai quali potersi rivolgere, per ricevere supporto concreto e per tutelare i propri figli, in caso di episodi di tale gravità.
Differenza tra bullismo e cyberbullismo: vediamole nel dettaglio per affrontarle con cognizione
La differenza tra bullismo e cyberbullismo riguarda, principalmente, il contesto in cui avvengono: il bullismo si manifesta con atti di prepotenza diretti, come umiliazioni, minacce, esclusione o aggressioni, spesso a scuola, mentre il cyberbullismo si sviluppa attraverso strumenti digitali come social network, chat, messaggi, foto o video diffusi online.
Entrambe le forme possono avere gravi ripercussioni sul benessere psicofisico delle vittime: ansia, depressione, isolamento sociale, difficoltà scolastiche e nei casi più estremi, pensieri suicidi.
Nel cercare di comprendere i motivi che stanno dietro a colui che assume il ruolo di "bullo a scuola", non è raro trovarsi di fronte a sistemi familiari disfunzionali e non in grado di essere, da una parte contesti supportivi e accudenti e dall'altra contesti nei quali si impara il rispetto delle regole.
Nell’era della Z Generation Italia, dove la vita reale e quella digitale si intrecciano continuamente, affrontare il tema del cyberbullismo e bullismo richiede strumenti nuovi, educazione all’empatia e attenzione da parte di adulti, insegnanti e famiglie.
Di fronte alla tematica "Bullismo a scuola cosa fare" resta una domanda urgente: " Come riconoscere i segnali e come agire tempestivamente?".
Definiamo più attentamene i due problemi.
Per bullismo si intende, qualcosa che differisce sostanzialmente da un atto, pur grave, di sola prepotenza, infatti prevede intenzionalità, sistematicità ed una posizione di potere asimmetrica.
Nel dettaglio è possibile fare un distinguo tra:
● bullismo diretto: intimidazioni, minacce, insulti, calunnie e aggressioni fisiche
● bullismo indiretto: danni psicologici e sociali, pettegolezzi e discriminazioni.
● molestie sessuali.
Il cyberbullismo è una forma di violenza psicologica e verbale che avviene attraverso strumenti digitali, ed è spesso reiterata nel tempo da una o più persone. A differenza del bullismo tradizionale, si manifesta online e può avere un impatto altrettanto, se non più, devastante. Può presentarsi sotto varie forme:
● verbale o psicologica: insulti, minacce, derisioni o diffusione di contenuti offensivi tramite social, chat o e-mail;
● diffamazione digitale: pubblicazione di foto, video o messaggi atti a umiliare o danneggiare la reputazione della vittima;
● esclusione e isolamento: blocchi intenzionali, rimozione da gruppi online o la disconferma costante di colui/colei che è la vittima designata.
● molestie sessuali virtuali: invio di messaggi a sfondo sessuale o condivisione non consensuale di contenuti intimi.
Atti di bullismo a scuola: come intervenire
Prevenire e contrastare gli atti di bullismo a scuola e online richiede una strategia globale, che coinvolge famiglie, scuole, istituzioni, legge, media e associazioni.
Non si tratta solo di riconoscere il problema, ma di sapere cosa fare contro il bullismo in modo concreto, promuovendo una cultura del rispetto, fin dalla giovane età.
Un ruolo chiave quello delle scuole, che devono educare ragazzi e ragazze a riconoscere che il bullismo è un atteggiamento socialmente scorretto che va trattato in maniera seria.
Al netto di tale consapevolezza, anche la capacità di comprendere le differenze tra cyberbullismo e bullismo e di sensibilizzare sui danni, spesso profondi, che queste forme di violenza possono causare. È importante creare contesti scolastici in cui gli studenti si sentano ascoltati, sostenuti e incoraggiati a chiedere aiuto, senza paura di essere giudicati.
A livello normativo, in Italia è stata introdotta una specifica legge contro il bullismo, la Legge 71/2017, pensata per contrastare in particolare il cyberbullismo.
Questa norma prevede:
● l’adozione di percorsi educativi e di sensibilizzazione nelle scuole
● l’istituzione di una figura di riferimento contro il bullismo digitale
● la possibilità di richiedere la rimozione di contenuti offensivi dal web
Oltre alla legge, esistono anche servizi e realtà attive nel campo dell’antibullismo, come la Polizia Postale e il Safer Internet Centre e studi legali ( già citati all'inizio) che offrono supporto, consulenza e assistenza sia alle vittime sia a chi è coinvolto in situazioni complesse.
Bullismo e cyberbullismo a scuola: leggi, fondi e azioni concrete per dire basta
Negli ultimi anni, il MIM ha messo in campo diverse azioni per combattere il bullismo e cyberbullismo a scuola. Il messaggio è chiaro: basta violenza psicologica, basta silenzi. Ognuno ha il diritto di sentirsi al sicuro tra i banchi.
Per affrontare questi problemi sono state approvate più leggi contro il bullismo e leggi contro il cyberbullismo, accompagnate da fondi, piani educativi e strumenti pratici per aiutare studenti, insegnanti e famiglie.
Le leggi che proteggono gli studenti
Già nel 2015, con la Legge 107, è stato introdotto tra gli obiettivi della scuola lo sviluppo delle competenze digitali, così da usare internet e social in modo più consapevole.
Ma è nel 2017 che arriva la Legge 71, la prima vera legge contro il cyberbullismo, che stabilisce azioni concrete per tutelare i ragazzi coinvolti, sia vittime che autori di comportamenti scorretti. La legge promuove interventi antibullismo su misura nelle scuole, senza distinzione di età.
Fondi per combattere il bullismo online
Il contrasto al cyberbullismo a scuola ha anche un sostegno economico. Sono stati stanziati fondi attraverso diversi decreti ministeriali:
● Decreto n. 256 del 12/02/2024 – finanziamenti previsti dalla Legge 234/2021
● Decreto n. 1176 del 18/05/2022 – nuova assegnazione fondi per potenziare le azioni
● Fondi dedicati agli Uffici Scolastici Regionali, che supportano le scuole sul territorio
Queste risorse servono a finanziare progetti educativi, percorsi di formazione per docenti e attività pensate per far emergere e fermare atti di bullismo a scuola.
Nel 2021 sono state pubblicate nuove Linee Guida per la prevenzione e il contrasto del Bullismo e Cyberbullismo, con strumenti pratici per dirigenti, insegnanti e operatori. L’obiettivo è fornire strumenti concreti per capire, prevenire e agire.
Anche i ragazzi devono sentirsi coinvolti. Per chi si chiede bullismo a scuola cosa fare, la risposta è: parlarne subito. Con un insegnante, un genitore, un adulto di fiducia. Non si è mai soli.
Oggi fenomeni come il bullismo femminile a scuola elementare o il bullismo verbale a scuola sono più diffusi di quanto si creda. E spesso si nascondono dietro a frasi, commenti o messaggi che sembrano “scherzi”, ma che sono dannosi e sbagliati.
Per promuovere una vera cultura di antibullismo occorre pensare ai contesti scolastici, non solo come a luoghi di studio, ma anche come luoghi dove si può imparare il rispetto, l'ascolto e a tessere relazioni sane.
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