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Sanità | 29 maggio 2025, 19:57

Nursing Up Piemonte: "Liste d’attesa, fondi finiti e personale carente. Urgono assunzioni immediate"

Il sindacato infermieristico all'attacco della giunta regionale

Foto di repertorio

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"Liste d’attesa, fondi finiti e personale carente: la toppa non basta più. Urgono assunzioni immediate", è la richiesta che arriva dal Nursing Up Piemonte.

«Oltretutto quei soldi, oltre a servire per la riduzione delle liste d’attesa, servivano per coprire i turni scoperti per carenza di personale». Le parole del consigliere regionale Claudio Delli Carri fotografano una realtà che da mesi denunciamo con forza: il cosiddetto “modello Piemonte”, sbandierato come soluzione virtuosa, si è rivelato per quello che è: un intervento emergenziale e temporaneo, che oggi mostra tutti i suoi limiti.

Dal 1° maggio i fondi per le prestazioni aggiuntive del personale sono ufficialmente esauriti. A fronte dei 20 milioni stanziati, le Aziende sanitarie sono costrette a comunicare che non ci sono più risorse per coprire le attività straordinarie, mentre le liste d’attesa restano drammaticamente lunghe, con casi emblematici come i 2470 giorni per una colonscopia a Novara o l’anno di attesa per una visita dermatologica a Torino.

Lo stesso Delli Carri lo dice chiaramente: «Posto che la riduzione delle liste d’attesa è necessario e doveroso perseguire come obiettivo, allora bisogna assumere dalle graduatorie. Farle scorrere tutte e subito». È esattamente questa la direzione che va intrapresa: non si risolve la crisi della sanità con turni straordinari mal pagati e soluzioni tampone, ma con una politica seria di assunzioni strutturali.

Il nodo principale resta la carenza di personale, che «incide negativamente sulle liste d’attesa che poi si devono recuperare con iniezioni economiche per prestazioni aggiuntive», prosegue Delli Carri. Un circolo vizioso che va spezzato. Per farlo, è urgente che la Regione sblocchi immediatamente le graduatorie esistenti, avviando le assunzioni necessarie nei reparti più sotto pressione.

Inoltre, resta incomprensibile la scelta di escludere per il 2024 il contributo delle strutture private accreditate, che nel 2023 avevano dato un supporto significativo a costi contenuti. Si è così rinunciato a uno strumento utile, senza offrire alternative reali, se non quella di spremere ulteriormente un sistema pubblico già in affanno.

«Serve responsabilità, non propaganda. I cittadini piemontesi hanno bisogno di risposte serie e durature, non di spot da conferenza stampa. Se il modello Piemonte vuole davvero essere un esempio, allora lo sia per la sua capacità di garantire il diritto alla salute con stabilità, equità e rispetto per il personale sanitario. E questo può avvenire solo con investimenti veri e con una visione di lungo periodo», conclude Delli Carri.

comunicato stampa

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