Indirizzare al lavoro le persone che scontano misure alternative al carcere: è quello che fa l'associazione La Goccia di Lube. Il loro progetto Impresa Accogliente è terminato a maggio, 12 mesi in cui sono stati attivati 23 inserimenti lavorativi oltre a una decina di corsi di formazione, 41 percorsi di orientamento al lavoro, mentre 21 persone accompagnate nella ricerca alla fine hanno trovato lavoro da sole. I risultati del progetto sono stati presentati questa mattina, nell'occasione di un seminario sul reinserimento sociale di persone condannate a una pena.
I numeri di chi è sottoposto a misure alternative sono sconosciuti ai più: in Italia sono più dei carcerati. "Il progetto Impresa Accogliente - ha spiegato il presidente dell'associazione, Adriano Moraglio - ha messo in luce l'esistenza di un fenomeno ai più sconosciuto: le persone che scontano una loro condanna all'esterno del carcere sono numericamente maggiori di quelli che la scontano all'interno delle carceri. A livello italiano i carcerati sono a oggi circa 61.000. Le persone che sono in misura alternativa al carcere, sono 77.000, alla fine del 2024. Dobbiamo pensare degli interventi che favoriscano il reinserimento lavorativo di queste persone. Perché il reinserimento lavorativo diventa un'occasione di bene per loro, ma anche un'occasione di sicurezza e di bene per tutta la comunità".
In particolare, in Piemonte sono circa 5000 le persone che stanno scontando una pena ma non sono in carcere, e la metà di queste è in provincia di Torino: 2500. Numeri simili rispetto a chi sconta la sua pena negli istituti di pena: 4495 in Piemonte. Ci sono tre tipi di misure alternative al carcere: gli affidamenti in prova al servizio sociale, le detenzioni domiciliari e la semilibertà. In ognuno di questi casi, chi sta scontando la propria pena è sottoposto alle spese quotidiane come cibo, bollette, affitto, famiglia, ma per loro mantenersi è notevolmente più difficile. Il lavoro, poi, ha un importante ruolo di protezione sociale, fondamentale per evitare la reiterazione dei reati di natura economica. Ad esprimersi sulle richieste di concessione di misure alternative alla detenzione è il Tribunale di Sorveglianza.
"Ci sono tre tipologie di misure alternative - ha spiegato il presidente del Tribunale di Sorveglianza di Torino, Marco Viglino - noi siamo un organo giudiziario incaricato di valutare le istanze e di concedere una delle tre misure, la più idonea, oppure non concederla. E nel caso in cui non la concediamo, si aprono le porte del carcere. Il messaggio di oggi dovrebbe essere rivolto agli imprenditori: c'è la possibilità di impiegare dei soggetti, ovviamente selezionati e meritevoli, con un duplice vantaggio per l'imprenditore: non solo etico e sociale, ma c'è anche un vantaggio economico. Il lavoro non è solo lo stipendio, ma permette di affittarti una stanza, di inserirti, di formati una famiglia, di avere una rete sociale. Se noi liberiamo certe persone senza supportarle, certe volte facciamo loro del male".
Il progetto Impresa Accogliente ha potuto contare sul contributo della Regione Piemonte. "È importante perché non si tratta di assistenzialismo - ha commentato la vicepresidente e assessore al lavoro Elena Chiorino - ma percorsi concreti. A volte si ricade nell'errore perché non si hanno altre opportunità, la Regione Piemonte crede in una Giustizia che non rinuncia a offrire una seconda opportunità. Il progetto Impresa Accogliente è uno dei progetti simbolo di tutto questo".
Le imprese che offrono lavoro alle persone in misure alternative possono contare su alcuni benefici economici, come le agevolazioni del Programma GOL o del Progetto FMP. L'associazione La Goccia di Lube opera per conto dell’Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna (Uiepe) e, nel caso di minori, dell’Ufficio servizio sociale per i minorenni (Ussm). Conta su quasi quaranta volontari che sostengono il progetto con l'aiuto che riescono a dare nel proprio tempo libero. Veri e propri sostegni, i volontari stanno vicino e accompagnano le persone prese in carico dall'associazione, soprattutto credendo in loro e nel loro reinserimento.
"Facciamo i colloqui con le persone che ci segnalano l'Uiepe e l'Ussm - ha spiegato Bianca Eula, la responsabile dei volontari La Goccia di Lube - ricercando due volontari disponibili che possono fare l'attività di accompagnamento. Il compito del volontario è quello innanzitutto di ridare speranza: di non far sentire sola la persona, di prenderla in carico e accompagnarla come una figura adulta positiva. Quando hai un procedimento giudiziario in corso e sei in misura alternativa, nessuno lavorativamente ti dà fiducia. Il nostro compito è proprio quello di consigliare di fare un determinato percorso, di fidarti di noi. Nel momento in cui questa persona manda dei curriculum e alza il telefono, il telefono viene tirato giù immediatamente. Le porte si chiudono. Allora il volontario ha la funzione di accompagnare, capire qual è il bisogno. E il volontario che sta vicino a questa persona deve capire che tipo è. C'è chi vive in una comunità, c'è quello che non ha famiglia, c'è quello che solo, c'è invece quello che la famiglia ce l'ha e la vuole mantenere. Il ruolo del volontario è quello di accompagnare la persona in questo percorso di reinserimento sociale, è lui il punto di riferimento. Senza volontari la nostra associazione non esisterebbe".
"Ho sempre avuto un’attitudine sociale - ha infine raccontato Rahel, una delle volontarie -: ho studiato per diventare operatrice socio-sanitaria, tecnico dei servizi sociali, e ho seguito diversi corsi regionali e per caregiver. Ho avuto in carico tre persone: un signore seguito dal Sert, un ragazzo Rom con famiglia e un giovane marocchino in messa alla prova. Tutti diversi, ognuno con un proprio mondo. Per me è fondamentale costruire prima di tutto una relazione di fiducia. Non vogliamo sapere quale reato hanno commesso: non giudichiamo, non è il nostro ruolo. Vogliamo esserci, anche dopo che il percorso formale è finito. Li ascoltiamo, li chiamiamo, restiamo un punto di riferimento anche nei momenti di crollo. Guardiamo avanti, e li aiutiamo a fare lo stesso".