(Adnkronos) - “Cybersecurity e intelligenza artificiale sono due facce della stessa medaglia. L’intelligenza artificiale non può esistere senza una sicurezza informatica robusta. Il rischio dell’avvelenamento dei dati è concreto: se i dati in input sono falsati, anche i risultati forniti dall’Ia saranno errati”. Così Andrea Violetti, presidente Confassociazioni digital, durante la conferenza 'Cybersecurity & AI: Orizzonti strategici e impatti verticali', organizzata da Confassociazioni digital, in collaborazione con Enia e Retelit, presso il Senato della Repubblica. “La supervisione umana - ha proseguito Violetti - deve restare centrale: è l’uomo che deve controllare l’algoritmo, non il contrario. Chi sviluppa sistemi di Ia, come quelli delle auto a guida autonoma, si assume la responsabilità etica e giuridica di ogni scelta critica. Serve una riflessione profonda su questo tema, oggi più che mai”. Altro nodo strategico, la sovranità digitale: “Un imprenditore deve essere sovrano dei propri dati, uno Stato dei dati dei suoi cittadini. L’Unione Europea deve costruire datacenter in casa. In Italia ne abbiamo appena 191, contro i 464 della Germania e i 3.840 degli Stati Uniti. Nei prossimi 3-5 anni dobbiamo realizzarne almeno 100, distribuiti in tutto il territorio per garantire sicurezza, continuità e difesa nazionale”.
"Abbiamo voluto chiamare questa conferenza proprio cybersecurity e Intelligenza artificiale per rimarcare l’assoluta interconnessione tra le due tecnologie: da una parte la sicurezza cibernetica, dall’altra l’Ia. Sono due facce della stessa medaglia". “In questo momento - ha spiegato - assistiamo a una vera escalation degli attacchi hacker, spesso facilitati dall’intelligenza artificiale. Il cybercrime sta sfruttando molto bene queste nuove tecnologie. Per questo motivo, se vogliamo aiutare l’Ia ad affermarsi come tecnologia utile alla crescita del Paese, dobbiamo essere consapevoli che non può esserci innovazione senza protezione”. “L’intelligenza artificiale - ha affermato - può essere uno straordinario alleato, sia per migliorare le performance produttive, sia per la gestione intelligente e sicura del dato. Tuttavia, è fondamentale porre grande attenzione a tre elementi chiave: la formazione, le competenze e le conseguenze. I regolamenti europei stanno tracciando linee guida importanti su come conformarsi ai nuovi asset tecnologici. Un esempio concreto è la recentissima direttiva NIS2, che stiamo applicando proprio in questi mesi, e che ha visto il coinvolgimento diretto di imprese e organismi di governo. Un passo necessario e significativo”.
“Noi crediamo - ha sottolineato - che tutto questo processo debba poggiare su tre pilastri fondamentali: la sostenibilità, la sicurezza nazionale e la sovranità digitale”. Violetti ha poi concluso con un messaggio: “La politica deve avere più coraggio, soprattutto per colmare un gap di competenze che riguarda in primis i cittadini, ma anche gli attori e i professionisti di questi settori. È fondamentale elevare le competenze, insieme alla disponibilità finanziaria per gli investimenti tecnologici”.