Il recente via libera dato dal consiglio comunale a un imponente polo logistico in zona Corso Vercelli non è soltanto un cambiamento urbanistico, ma un vero e proprio ripensamento del ruolo che questa città può avere nella rete logistica del Nord Italia. Non si tratta solo di capannoni e camion, ma di trasformazioni che toccheranno lavoro, mobilità, ambiente e, in generale, la vita quotidiana.
Il progetto è stato avanzato dalla società francese Aprc Sas, tra i principali sviluppatori immobiliari del settore logistico, già attiva con iniziative simili anche in Emilia-Romagna. A Novara, l’area coinvolta è davvero estesa: oltre 500mila metri quadrati di superficie, pari a circa 70 campi da calcio. Una porzione significativa del tessuto cittadino che passerà da una destinazione puramente produttiva a una mista, aperta alle attività logistiche e digitali.
Ma cosa significa tutto questo, in concreto, per chi vive, lavora o fa impresa in città?
Logistica, data center e uffici: cosa prevede il piano
Il cuore del progetto si concentrerà su tre grandi strutture monopiano, pensate per ospitare magazzini e data center. Complessivamente si parla di quasi 180mila metri quadrati coperti, con altezze che non supereranno i 15 metri. Le dimensioni sono significative, ma distribuite in modo da non impattare eccessivamente sull’ambiente visivo del territorio.
Due dei magazzini previsti dovrebbero diventare data center, un’indicazione chiara della direzione che il progetto vuole prendere: non solo logistica tradizionale, ma anche infrastrutture digitali e servizi ad alto valore aggiunto. I data center, infatti, rappresentano oggi uno snodo fondamentale per la gestione delle informazioni, dei servizi cloud e dell’automazione industriale.
In aggiunta, sono previsti anche spazi per uffici, con la possibilità concreta che l’area diventi una sorta di hub misto tra stoccaggio, gestione IT e operatività gestionale. In un contesto simile, realtà locali legate alla movimentazione merci o al supporto tecnico potrebbero trovare nuove opportunità.
In un contesto in cui la logistica sta assumendo un ruolo sempre più centrale, anche le attività connesse alla movimentazione locale stanno evolvendo. Per le imprese che operano sul territorio o che si interfacciano con realtà più grandi, servizi come quelli proposti un centro noleggio a Novara possono rappresentare un supporto strategico, utile per gestire in modo flessibile trasporti, attrezzature e mezzi operativi.
Viabilità e ambiente: una trasformazione da bilanciare
Naturalmente, un progetto di questa scala porta con sé molte questioni, a partire dalla viabilità. L’area di Corso Vercelli è già oggi una delle principali arterie cittadine, e un aumento di traffico pesante – anche se ben regolato – può creare disagi significativi. Per rispondere a queste esigenze, il progetto prevede interventi diretti sulla rete stradale, con la costruzione di una nuova rotatoria pensata per gestire meglio i flussi in entrata e uscita dall’area.
Ma la vera sfida è quella ambientale. La logistica, specialmente nella sua forma più intensiva, ha un impatto notevole sia in termini di emissioni che di consumo di suolo. Per questo motivo, nel piano approvato, è stata inserita una quota importante di compensazione ambientale. Parliamo di circa 75-80mila metri quadrati di verde, destinati a diventare il futuro Parco della Agogna. Un intervento non marginale, che – se ben curato – potrebbe garantire un equilibrio tra sviluppo e sostenibilità.
Ci si aspetta, naturalmente, che questa promessa venga mantenuta. Le compensazioni ambientali, spesso previste nei grandi progetti infrastrutturali, devono essere viste non come “concessioni” simboliche, ma come strumenti attivi di tutela del territorio. La creazione del parco, se gestita in modo intelligente, potrebbe diventare anche un nuovo polmone verde per la città, valorizzando aree altrimenti marginali.
Opportunità e criticità: il ruolo della cittadinanza e delle imprese
Dietro ogni trasformazione urbana ci sono sempre delle tensioni da gestire. Se da un lato il progetto può portare lavoro, servizi e infrastrutture moderne, dall’altro esiste il rischio concreto di una pressione crescente sulla qualità della vita locale. I cittadini di Novara si trovano ora di fronte a una fase importante, in cui sarà fondamentale monitorare da vicino l’evoluzione del cantiere, la trasparenza delle scelte e l’effettiva attuazione delle promesse.
Le imprese locali, in particolare quelle legate alla logistica, ai servizi tecnici o al noleggio di attrezzature, dovranno essere pronte a cogliere le nuove opportunità, ma anche a misurarsi con una concorrenza che – vista la portata internazionale dell’investitore – potrebbe essere molto agguerrita. L’arrivo di un polo come questo può avere un effetto a catena sul mercato immobiliare e sui servizi connessi, spingendo verso un’accelerazione dei processi di digitalizzazione e razionalizzazione del lavoro.
Un aspetto che non va sottovalutato è quello legato all’occupazione. Se è vero che i poli logistici creano numerosi posti di lavoro, è altrettanto vero che buona parte di questi sono legati a mansioni automatizzabili e, talvolta, precarie. Il rischio, quindi, è che si generino solo posti a bassa qualifica, se non si prevede un investimento parallelo nella formazione e nella valorizzazione delle competenze.
Un piano che guarda al futuro non può prescindere da una visione complessiva, altrimenti il rischio è che la trasformazione venga subita, anziché vissuta come un’opportunità collettiva.
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