Girava a bordo di un camper, nella zona di Giaveno, per spacciare dosi di ketamina. Ma con un accorgimento: la droga era disciolta all'interno di bottiglie d'acqua per cercare di aggirare i controlli delle forze dell'ordine. Tutto questo non è però servito a mettere in salvo un italiano di 26 anni finito in manette dopo un controllo da parte dei carabinieri.
L'accusa, nei suoi confronti, è di “detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti”. Il giovane è stato fermato mentre si trovava lungo via Vittorio Emanuele II, a poco meno di un chilometro proprio dalla caserma dei Carabinieri: era alla guida del suo camper e, con il finestrino abbassato, ha fornito i propri documenti ai militari. Ma dal mezzo, insieme a ciò che attestava la sua identità, è uscito anche un odore fortissimo di marijuana. Dunque: stop definitivo per il mezzo e il suo conducente, con relativo controllo a bordo.
Si è così scoperto che il camper custodiva 103 grammi di marijuana, 0,5 grammi di resina di marijuana, 2 grammi di ketamina in polvere (nascosta in un padellino), ma anche quasi 4 litri d’acqua contenente ketamina disciolta e un bilancino di precisione. Proprio la decisione di sciogliere la ketamina nell'acqua (per aggirare i controlli e poter essere assunta bevendola) conferma un metodo di somministrazione che si sta rivelando tra i più comuni in contesti e ritrovi di festa.
La sostanza infatti, provoca un’alterazione della realtà e della percezione del dolore inducendo alla ricercata sensazione di “distacco mentale”. Lo sviluppo rapido alla
tolleranza post-consumo, però, comporta un aumento progressivo delle dosi per raggiungere gli effetti desiderati. L’uso ricreazionale di ketamina può far sviluppare, infine, dipendenza psicologica.
Il 26enne è stato portato presso il carcere di Torino.
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