All'Hiroshima Mon Amour questa sera, il concerto gratuito di Chora & Will Days 2025 vedrà salire sul palco La Rappresentante di Lista.
Abbiamo fatto qualche domanda al duo composto da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina in vista del live torinese.
Veronica, il tema di quest'anno dei Chora & Will Days è il tempo, che cosa rappresenta per te, come lo vivi? Per cosa ne vorresti di più?
V: "Da bambina non mi sono mai occupata del tempo, credo neanche da adolescente. Mi sembrava un periodo lungo senza tempi, né scadenze, tranne i compiti o i compleanni e le feste e le uscite con le amiche. Ero sicuramente dentro il tempo presente, non troppe ansie per il futuro, se non un sogno ricorrente della fine del mondo e della mia morte, in cui mi vedevo crescere, invecchiare, poi morire, uscire dal corpo e poi vedere come energia la fine di tutto, anche del mio universo. Del tempo mi è importato in una fase della mia vita che va tra i 18 e i 21 anni come realizzazione della problematica fino ad oggi credo, più o meno. Prima pensavo che fossi già vecchia per tutto, avevo capito cosa mi piacesse troppo tardi, ero già fallita, poi ho capito che l'età non contava troppo, poi di nuovo ansia. Ora va meglio. Vorrei il tempo tutto per me, perché alle volte mi capita di prestarlo, occuparlo per altri, disperderlo e quando arrivo al mio turno, mi pare già troppo tardi. Ma poi di tempo ne ho, è che penso troppo".
Nel vostro ultimo disco, Giorni Felici, come è declinato il concetto di tempo?
V e D: "È il racconto di un tempo circoscritto a un evento complesso, traumatico e intenso, doloroso e d'amore. È il tempo che ci siamo stati dentro, è il tempo che si dilata che sembra una vita, è un attimo di sofferenza totale e uno di gioia infinita che cancella. È lungo una vita e un momento molto preciso".
I tempi che stiamo vivendo sono particolarmente difficili, in che modo la musica può influenzarli?
V e D: "La musica reagisce ai tempi tante volte, si ribella, prende le parole dalla gente, non si inventa niente tante volte. Altre volte subodora il cambiamento, rizza le antenne poco
prima e osservando quello che succede, in anticipo, capta prima il sentimento del tempo, uno stato d'animo. Certi artisti studiano proprio la società, la gente, le relazioni. Li raccontano, li svelano, li fanno a pezzi, li vivisezionano e te li servono su un piatto d'argento, con un fiocco rosso o come un pacco bomba".
Torino sta vivendo un tempo culturale effervescente, cerca di uscire dalla nebbia degli anni della FIAT. Secondo voi a livello musicale sta lavorando bene?
V e D: "Torino l'abbiamo sempre amata, abbiamo suonato davvero in un sacco di posti, e anche col teatro era una città palcoscenico di tante realtà bellissime e un pubblico
ricettivo. Felici di questo periodo di effervescenza e tempesta culturale".
Dario, che concerto sarà quello che vedremo all'Hiroshima?
D: "Quello dell'Hiroshima sarà un concerto con la nostra full band, con le canzoni dell'ultimo disco Giorni Felici e molte delle canzoni che compongono i nostri 10 anni abbondanti di carriera. Un concerto per un evento speciale, immagino altrettanto speciale di riflesso."


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