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Cronaca | 09 ottobre 2025, 11:33

Carcere delle Vallette, ancora un'aggressione ai danni di un agente: è il 26esimo episodio dall'inizio dell'anno

La "contabilità" arriva anche a quota 37 per quanto riguarda i poliziotti feriti

Ancora un'aggressione al carcere delle Vallette

Ancora un'aggressione al carcere delle Vallette

Ancora un'aggressione all'interno del carcere delle Vallette: un assistente capo della Polizia Penitenziaria è stato colpito violentemente con calci e pugni al volto da un detenuto di origine marocchina, senza alcuna apparente motivazione, all’interno della prima sezione del primo piano del Padiglione A.

Il poliziotto penitenziario è stato immediatamente accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale Maria Vittoria, dove è stato visitato e successivamente dimesso con una prognosi di cinque giorni, salvo complicazioni. Si tratta della 26ª aggressione registrata nel 2025, con 37 agenti feriti dall’inizio dell’anno nell'istituto penitenziario più grande del Piemonte. "Il carcere di Torino si è  trasformato in una sorta di campo di battaglia, quanto mai  simile ad alcuni penitenziari sudamericani in cui, peraltro, vige l'auto-gestione da parte dei detenuti – denuncia Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp – che lancia l'ennesimo appello  al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio acchè si 'svegli' dal torpore istituzionale fino ad oggi riservato alle carceri  rispetto agli altri settori della Giustizia e, a sua volta, svegli da un inerzia assolutamente inaccettabile i ben retribuiti vertici penitenziari nazionali  e regionale".

A detta del leader dell'Osapp: "è della massima urgenza,  stante l'assenza reiterata e grave di iniziative da parte  di chi avrebbe l'obbligo giuridico e organizzativo di intervenire, l'invio di una immediata ispezione ministeriale che verifichi le  responsabilità dell'imbarbarimento e della perdita di sicurezza interni  al carcere torinese ed in cui sono i detenuti più violenti a farla da padroni, sempre più di sovente in danno  dell'incolumità psico-fisica del personale di Polizia Penitenziaria oramai  completamente allo stremo".
"Nei sensi indicati - conclude Beneduci - riteniamo nostro dovere, acchè i cittadini  conoscano la gravità della situazione e i conseguenti rischi anche per la Collettività esterna al carcere, che si sappia pubblicamente che nonostante le disposizioni vigenti 'sulla carta' e che  prescrivono la chiusura degli ambienti di detenzione, spesso le celle del carcere restano aperte consentendo ai detenuti, anche di maggiore  pericolosità, di aggirarsi liberamente nelle sezioni e nei corridoi con ciò incrementando a dismisura  traffici, sopraffazioni e violenze".

redazione

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