Un soggetto politico centrista, con un pacchetto di voti che fa gola, il primo in consiglio per numero di atti presentati. Un lustro di vita, seconda stampella del centrodestra torinese (stando ai sondaggi), un casus studi per politologi locali.
È Torino Bellissima, la lista che quattro anni fa ottenne, con il suo candidato a sindaco, il ballottaggio nella rossa roccaforte torinese. Dove non riuscì il centrodestra, ci pensarono i civici.
Torino Bellissima continua...
Il volto scelto per quella campagna fu Paolo Damilano, imprenditore multitasking, dall'acqua, al vino, al food. E un occhio strizzato alla politica, quella del fare. Un pragmatismo che è piaciuto e che non si è dissolto, dicono. Nonostante la sconfitta elettorale. Il gruppo che ha lavorato per lanciare la sua candidatura resiste e scommette sul suo stesso futuro.
Alle prossime elezioni Torino Bellissima ci sarà, questo è un fatto certo. Ma su cosa farà Damilano da qui al 2027 non è dato sapersi.
Damilano non si sbilancia
"Non ho ancora deciso", nicchia il super imprenditore lasciando il discorso in sospeso. Di certo c'è che lo scenario, rispetto alle ultime elezioni, è cambiato.
Ora sono i partiti a chiedere di esprimere il proprio candidato, con il nome di Maurizio Marrone, l'uomo forte di Fratelli d'Italia, che si fa sostanza nel ciarlare sul toto nomi dei candidati a sindaco nel centrodestra.
Ritorno a Bruxelles?
Damilano non commenta e sostiene l'importanza di riportare i cittadini a votare. Ricorda, poi, che il suo nome compare come il primo degli esclusi alle ultime elezioni europee, dove ha corso con la casacca di Forza Italia. Un possibile rientro in corsa per Bruxelles, tra le fila del Partito Popolare? Di certo, se questo dovesse accadere, con nel cuore l'esperienza maturata in Torino Bellissima. Un soggetto politico, non un partito, che è maturato e che può camminare da solo. Anche senza esprimere un candidato a sindaco (?). Anche senza Damilano, si lascia intendere.
Cresce la squadra
E intanto la squadra non manca. E cresce. Strutturata come un partito con oggi anche una segreteria, composta da dodici membri: Rosanna Abbà, Pietro Abbruzzese, Alberto Benotti, Luigi Brossa, Costabile Cilento, Roberta Conzato, Silvia Damilano, Pierlucio Firrao, Marilena Lamanna, Cristina Morbelli, Davide Ricca e Silvia Stupino.
E contestualmente prende forma anche la Consulta degli eletti, con, oltre i consiglieri comunali, quelli circoscrizionali: Tommaso Battaglini e Filiberto Maria Capetti (Circoscrizione 1), Raffaella Demaria (Circoscrizione 2), Davide Scanavino (Circoscrizione 3), Sara Pivetti (Circoscrizione 4), Matteo Tabasso (Circoscrizione 8) e Marco Ta.
E in questo team che entra da oggi ufficialmente anche Carmela Ventra, consigliera in Circoscrizione 5, l'imprenditrice di Borgo Vittoria, la più votata del centrodestra nelle ultime elezioni circoscrizionali, e che passa ora dal gruppo misto di maggioranza a Torino Bellissima.
I sondaggi sorridono
E intanto si guarda a migliorare il risultato. "Allora i sondaggi ci davano al 5,5% e arrivammo vicini al 13% - spiega Pierlucio Firrao, vicecapogruppo in consiglio comunale - cercheremo di fare sempre meglio. Sempre sapendo che c'è da fare. E c'è da comunicare."
Per ora è fair play
Da Damilano non arriva nessuna stoccata di rilievo sull'operato di Lo Russo. Se mai qualche metafora calcistica: "Non si vince il campionato marcatori se acquisti solo difensori". Mentre traccia la linea della Torino dei suoi sogni. Che sappia attrarre investitori, competenze e trattenere i giovani: "Sul modello Pittsburgh".
In attesa che il clima elettorale si surriscaldi per ora, dalla sponda di Torino Bellissima, regna il fair play, mentre prosegue la campagna acquisti. La partita, elettorale, deve ancora cominciare. Intanto la palla è al centro.