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Attualità | 06 novembre 2025, 17:20

Il museo Lombroso entra nel futuro: la collezione di tatuaggi dei criminali diventa un’esperienza 3D [FOTO]

Inaugurata una nuova modalità per osservare le testimonianze raccolte dallo studioso che pensava fossero segno di propensione a delinquere

Al museo Lombroso la collezione di tatuaggi dei criminali diventa un’esperienza 3D

Al museo Lombroso la collezione di tatuaggi dei criminali diventa un’esperienza 3D

Anche l’inchiostro sulla pelle può raccontare una storia. Ecco perché i tatuaggi conservati al Museo di antropologia criminale Cesare Lombroso diventano una nuova modalità di conoscere frammenti di passato.

Inaugura oggi alle 16 (proprio in coincidenza del compleanno di Lombroso, nato nel 1835) l’installazione interattiva multimediale “Tatoo 3D”, dedicata proprio a una fruizione digitale della collezione di tatuaggi presente presso il museo.

Fine 800 e inizio 900

La collezione comprende riproduzioni di corpi tatuati di persone vissute tra la fine dell’800 e i primi decenni del 900, quasi tutte carcerate tra Torino e Alessandria. Era una delle aree di interesse di Lombroso, convinto che incisioni e disegni sulla pelle potessero essere indicatori di tendenze criminali e istinti primitivi. Sono dieci le figure rappresentate, ma si sale a venti contando anche i particolari di corpi non completi.

Teorie superate 

Teorie oggi superate, ma che all’epoca alimentarono un ampio dibattito internazionale, con raccolte di fotografie e testimonianze. La collezione di Lombroso fu ritrovata nel 1993 e restaurata. E se fino a ieri si poteva osservare solo tramite monitor, ora la tecnologia 3D permette un’esperienza immersiva grazie all’uso di avatar a grandezza naturale e con biografie delle persone ritratte. 

Figure intere di carcerati

Il progetto è stato realizzato nell’ambito della ricerca condotta da Fondazione Changes-Spoke 4. “Una collezione che Lombroso assembla tra il 1874 e gli anni 90 dello stesso secolo. Sono ritratti di persone per lo più detenute in carcere e che, a differenza di collezioni presenti in altri Paesi come Francia o Brasile, qui non si ricopia con un calco il disegno, ma riprodurre la persona a figura intera. La sua intenzione è affermare la teoria del delinquente nato, con tanto di insensibilità al dolore e una maniera di comunicare che ricorda le popolazioni più antiche”, dice il direttore del museo, Silvano Montaldo.

Le potenzialità del 3D sono straordinarie - prosegue - ma abbiamo voluto rimanere legati al dato storico, con figure che rievocano immediatamente il disegno piuttosto che ricreare persone vere. È impressionante la modernità di queste tavole, nonostante risalgano a oltre un secolo fa. Ed è notevole ricordare che, una volta vestiti, nessuno di questi tatuaggi era visibile”.

Non ci sono ritratti femminili, “perché era usanza molto meno diffusa e i segni erano molto meno elaborati e semplificati. All’epoca tatuaggi più complessi erano legati soprattutto agli uomini”, conclude Montaldo.

Massimiliano Sciullo

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