L'Associazione La Goccia di Lube ETS ha presentato in anteprima la seconda fase del Progetto Impresa Accogliente, che da gennaio 2026 proseguirà nel costruire un percorso di accompagnamento al lavoro per le persone che stanno scontando la pena attraverso misure alternative alla detenzione.
Alla fine del 2024, in Italia, erano circa 77.000 le persone impegnate in percorsi non detentivi come affidamenti in prova, semilibertà o domiciliari, un numero superiore rispetto agli oltre 61.800 presenti negli istituti penitenziari. Un quadro che mostra con chiarezza la dimensione del fenomeno, spesso non riconosciuta a livello normativo e nei meccanismi di sostegno. Per questo diventa decisiva l'azione congiunta tra volontariato, enti pubblici e mondo produttivo.
Due anni di sperimentazione che hanno fatto da apripista
Durante l'incontro sono stati ripercorsi i risultati del biennio 2024-2025, in cui il progetto ha mosso i suoi primi passi: 27 percorsi lavorativi avviati tra tirocini e contratti, all'interno di un lavoro più ampio che ha coinvolto un centinaio di persone segnalate dagli uffici territoriali di UIEPE e USSM/CGM. Una sperimentazione che ha fatto del Piemonte un vero esempio per un modello di reinserimento sociale che punta sul lavoro come chiave per ripartire.

Le voci del progetto: tra ostacoli, coraggio e opportunità
Il presidente dell'Associazione, Adriano Moraglio, ha evidenziato i progressi raggiunti: "Stiamo riscontrando un interesse crescente, ed è uno degli aspetti più incoraggianti per la nostra attività. Il 2024 e il 2025 sono stati anni determinanti: grazie al contributo regionale siamo riusciti a strutturare un'organizzazione solida e a favorire l'inserimento di persone che scontano pene detentive. L'occupazione resta infatti il punto decisivo per evitare la recidiva: senza un lavoro è difficile restare lontani dalle tentazioni. A oggi contiamo circa 30 inserimenti su 100 persone seguite, con 7 nuovi ingressi solo negli ultimi mesi".
Bianca Eula, referente del progetto, ha raccontato tre casi che mostrano la complessità dei percorsi: "Le situazioni più delicate riguardano chi vive i domiciliari, perché i margini di azione sono molto ridotti. Eppure siamo riusciti, ad esempio, a inserire una donna con una grave invalidità in una sartoria, che ha appena rinnovato il suo tirocinio grazie alla determinazione dimostrata. Un’altra persona ai domiciliari ha iniziato come aiuto cuoco: il tirocinio è andato talmente bene che la cooperativa lo ha assunto. Poi c’è un giovane che ha ricevuto più chiamate dalle aziende, ma nessuna è a conoscenza della sua condizione: teme che, se lo scoprissero, non gli verrebbe rinnovato il contratto. Il passo avanti che vogliamo proporre alle imprese è proprio questo: aprirsi anche a chi ha alle spalle percorsi giudiziari complessi".
Secondo Silvia Lessona, che cura la relazione con le aziende, il quadro è molto cambiato: "All'inizio avevamo soltanto cinque imprese disponibili. Ora abbiamo superato i 110 contatti e quasi la metà si è detta pronta ad accogliere persone in queste condizioni. Molte altre lo sarebbero, ma al momento non hanno possibilità di assunzione. È un segno evidente che da più di un anno si è compreso quanto il lavoro sia centrale per chi vive queste situazioni".
Un 2026 con nuove risorse e nuove prospettive
Il progetto potrà proseguire anche nel 2026 grazie ai fondi dell'8x1000 dell'Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, che garantiranno personale dedicato e figure di supporto per la ricerca di lavoro e le attività di promozione.
Michela Pasi, Istituto Buddista, ha spiegato la scelta del sostegno: "Il progetto rispecchia i nostri principi, a partire dal riconoscimento del valore di ogni persona, indipendentemente dal suo passato. Abbiamo trovato un'immediata consonanza: creare occasioni concrete, mettere al centro l'essere umano, costruire valore nella società. Per noi, i legami umani costruiti nella quotidianità sono il cuore della pace. Siamo felici di avviare questa collaborazione e di vedere come l'8x1000 potrà tradursi in risultati tangibili".
Le Borse Lavoro e l’ampliamento della rete
Accanto al progetto principale, nasce anche il programma Borse Lavoro, pensato per offrire incentivi alle imprese che assumono persone in misura alternativa al carcere. Le borse porteranno il nome della professoressa Maria Teresa Pichetto, figura storica del riscatto carcerario, e della coppia Giovanni e Annamaria Cottino, grazie anche al sostegno della Fondazione Cottino. A finanziare la fase sperimentale ci saranno inoltre Banco Azzoaglio, l'Arcidiocesi di Torino attraverso l'8x1000 e alcune imprese private.
La rete dei partner si allarga con l'ingresso di Lega Coop Piemonte, Confartigianato Torino, AICS Torino e AIS Marketing. Realtà che si aggiungono ai soggetti già coinvolti: Unione Industriali, API Torino, Confesercenti, Confcooperative Piemonte Nord, ANCE Torino, Compagnia delle Opere, UCID e Vol.To.
Formazione professionale e ricerca attiva: un sistema più forte
Sul fronte della formazione entra Scuola Camerana, affiancando i centri già attivi: Immaginazione e Lavoro, Casa di Carità Arti e Mestieri, Formedil e API Formazione, insieme ai rispettivi Servizi al Lavoro.
A rafforzare la ricerca attiva sarà Adecco Inclusion, che potrà proporre tirocini e contratti nelle aziende partner.
Cambiare la legge per cambiare le opportunità
Prosegue il riconoscimento "Impresa Accogliente", destinato alle aziende che offrono opportunità concrete ai beneficiari. Parallelamente, il progetto e le realtà coinvolte, intendono anche portare avanti la richiesta di modifica della Legge Smuraglia, che oggi non prevede incentivi per chi assume persone in misura alternativa al carcere. Un vuoto normativo che rischia di impedire un reinserimento pieno e stabile.
Le posizioni della politica
Il capogruppo regionale Silvio Magliano ha sottolineato il senso del progetto: "Restituire dignità e favorire la fiducia delle imprese significa combattere davvero la recidiva. Il lavoro è l'elemento che permette a queste persone di non tornare a delinquere. In Regione continuiamo a lavorare per ampliare le leggi e sostenere chi vuole ricominciare, inoltre stiamo anche interloquendo con Roma per cambiare la legge Smuraglia".
La presidente del Consiglio comunale, Maria Grazia Grippo, evidenzia il ruolo della politica: "Questa modalità di lavoro cambia chi ne fa parte e chiede alla politica di essere coerente con ciò che sostiene sulle seconde possibilità. L'ordine del giorno che ho presentato, indirizzato al sindaco di Torino e alla Giunta, va proprio in questa direzione: incentivare, sostenere, rafforzare chiedendo un cambio di rotta rispetto alle legge Smuraglia. È un impegno che deve riguardare tutta la comunità".




















