Apertura sul fronte Iveco, ma non basta. I sindacati metalmeccanici di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr si sono ritrovati a Roma, al tavolo del Mimit e alla presenza del ministro Adolfo Urso, per parlare del futuro del colosso dei mezzi pesanti, ormai in predicato di passare in mani indiane dopo l'accordo con Tata Motors. Un vertice che ha seguito di poche ore quello dedicato alla crisi Lear.
In occasione dell'incontro, Iveco ha dichiarato la sua disponibilità a illustrare il suo piano strategico come di consueto in sede sindacale all’inizio del nuovo anno. Una disponibilità accolta positivamente dai rappresentanti dei lavoratori, ma non ritenuta ancora sufficiente. "Come sindacato registriamo la disponibilità di Iveco al confronto, ma al contempo ribadiamo la necessità di incontrare quanto prima la acquirente Tata Motors".
Non solo. "Al Governo - proseguono in una nota ufficiale i sindacati metalmeccanici - abbiamo chiesto un impegno concreto a promuovere un incontro in sede istituzionale con la presenza della multinazionale indiana nel tempo più breve possibile e abbiamo chiesto un chiarimento sulle interlocuzioni già avvenute con i suoi vertici, nonché chiarimenti sui contenuti e prescrizioni della golden power. Il Governo si è detto impegnato a portare Tata al tavolo il prima possibile, ma riteniamo assolutamente vaga la risposta rispetto ai contenuti della golden power".
In conclusione, dicono i rappresentanti dei lavoratori, "siamo pronti a continuare i confronti con Iveco sul piano strategico, ma continueremo a chiedere alle istituzioni un confronto con la futura acquirente affinché questa chiarisca i termini dei suoi impegni da prendere verso le istituzioni e il sindacato italiano".
Sul tema sono intervenuti anche Marco Grimaldi, Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Alice Ravinale Capogruppo di AVS in Regione Piemonte e Emanuele Busconi, consigliere comunale di Torino di Sinistra Ecologista.
"Iveco è uno dei gioielli della manifattura italiana - sostengono - il Ministro del Made in Italy e tutte le istituzioni coinvolte devono garantire prospettive certe sulla tutela dei lavoratori diretti e dell'indotto e la salvaguardia degli stabilimenti. Il momento di farlo e di evitare l'ennesima dismissione industriale è ora".














