Il Filadelfia è realtà. Al termine di una giornata ricca di emozioni e suggestioni, lo storico impianto che fu la casa del Grande Torino è stato presentato alla presenza di politici, grandi ex, dirigenti, parenti delle vittime di Superga e del presidente Cairo. A condurre l’evento una coppia molto ben assortita e assolutamente granata, il volto televisivo di Jimmy Ghione e l’addetto stampa della Fondazione Gino Strippoli.
Si è cominciato verso le 18.30 con la scopertura dei Pennoni della memoria, che ricordano la squadra del primo scudetto, gli Invincibili periti a Superga, Ferrini e Meroni, gli eroi del 1976, fino ad arrivare alla Fondazione Filadelfia e al Torino di oggi, con alla fine la scopertura della targa dedicata alla memoria di Don Aldo Rabino. Il ricordo è stato affidato via alla figlia di Eegri Ebstein, alla vedova Loik, fino ai ricordi di penne granata come Andrea Pavan, Gianni Minà, Mario Giordano, Gian Paolo Ormezzano, fino ad arrivare a Beppe Gandolfo. In molti con la voce rotta dall’emozione, in modo particolare Claudio Sala, il ‘poeta del gol’ capitano dell’ultimo Toro scudettato, che trattenendo a fatica l’emozione ha detto: “Siamo tornati a casa”.
Poi, finalmente la folla composta di invitati vip, stampa e tifosi che hanno contribuito alla rinascita dell’impianto acquistando un seggiolino, si sono accomodati in tribuna per assistere allo spettacolo, introdotto dalle immagini di tanti gol granata sullo schermo del rinato Filadelfia.
Via via sono sfilati sul prato del Filadelfia tanti nomi della storia granata: Albrigi, Asta, Comotto, Copparoni, Cereser, Cravero, Carlo e Massimo Crippa, Beppe Dossena, Loris Bonesso, Giacomo Ferri, Natalino Fossati, Diego Fuser, Bruno Bolchi, Gianluigi Lentini, Riccardo Maspero, Luca Pellegrini, Giorgio Puia, Rosario rampanti, Ezio Rossi, l’applauditissimo Beppe Vives, Roberto Muzzi, Roberto Policano, i figli di Rosato e Radice e il maestro Sergio Vatta.
Poi è toccato a undici degli uomini dello scudetto del 1976, che hanno fatto il pieno di applausi, con capitan Sala e Paolo Pulici in testa alla hit dei più gettonati. Puliciclone ha ricordato quando si allenava su quel campo, Zaccarelli ha esaltato il ritorno a casa del Toro, mentre Claudio Sala ha sorriso ripensando agli assist che sfornava ai Gemelli del Gol, che si prendevano tutti gli applausi: “Sola dalla panchina mi facevano i complimenti e dicevano ok”. Poi alle 19.45 scocca l’ora dei calciatori del Toro di oggi, introdotti dal portierone Hart. E sono stati ancora applausi per tutti, con il Gallo Belotti che ovviamente ha fatto il pieno e Moretti dopo di lui. Poi dirigenti e staff tecnico, con Sinisa Mihajlovic che non si è tirato indietro di fronte alle domande di Ghione: “Con i giusti correttivi, potremo lottare fino all’ultima giornata per tornare in Europa. C’è troppo pessimismo per il nostro cammino di quest’anno: siamo noni, abbiamo fatto tantissimi gol, dobbiamo migliorare in trasferta per ottenere il salto di qualità, ma penso che la gente si sia divertita”.
L’ultima passerella è toccata al presidente della Fondazione Salvadori (“sono orgoglioso di essere torinese e tifoso granata”) e soprattutto al patron del Toro Cairo: “La giornata di oggi è merito soprattutto dei tifosi, che non hanno mai smesso di credere in questa rinascita, a loro va fatto un grandissimo applauso”, ha detto il numero uno granata. Ricambiato dall’affetto della gente, specie quando ha annunciato che il 28 aprile ha chiesto ufficialmente alla Figc di vedersi restituito lo scudetto del 1927. E poi annuncia: “Dei 1400 seggiolini ancora rimasti invenduti, io ne compero 500”. Mihajlovic, stuzzicato da Cairo, promette che ne comprerà 15 anche lui, Benassi 5 e Belotti 10, mentre il cavalier Beretta, uno degli storici sponsor, prenota 100 seggiolini. E così via, tra risate e scherzi che hanno coinvolto Comi e Petrachi e anche gli altri giocatori della rosa, con Ljajic che da solo ne annuncia 20 e Iturbe che dice: “Se mi riscatti Presidente, ne compro”, mentre Cairo convince Barreca a comprarne cinque, anche se il baby ne aveva detto solo 2, imitato da tutti gli altri giocatori. “Dopo l’inaugurazione del vecchio Filadelfia, il Toro vinse lo scudetto. Io dico, almeno andare in Europa”, chiede Cairo. “Dipende dal Pres”, glissa Mihajlovic. In un clima di grande euforia, applausi e sorrisi, che vede poi prendere la parola per un commosso ricordo l’ex ct della nazionale di pallavolo Mauro Berruto, che strappa applausi ricordando Don Aldo Rabino e i giocatori del Grande Torino, così come succede dopo coon Giuseppe Culicchia, una delle 'penne' granata per eccellenza.
Domani nell’impianto ci sarà l’ingresso libero per tutti i tifosi. E sarà un altro incredibile bagno di folla per le migliaia di persone che saranno presenti.
Tra i presenti, uno dei più commossi, era Paolo Pulici, il grande bomber granata. Leggenda vivente del cuore Toro. "Il Fila che rinasce significa che il Toro ha trovato casa sua, basta vedere le persone presenti qui oggi, per capire l'importanza che ha questo stadio". Proprio lui è stato tra gli ultimi privilegiati che potevano allenarsi al vecchio Fila e poi andare a giocare al Comunale, attuale Olimpico: "Allenarsi qui e andare a giocare al Comunale, non cambiava nulla: avevi i tifosi vicini e quando li hai vicini ti danno la carica indispensabile per sostenere qualsiasi sforzo".