Il solito Matteo Salvini con il solito pubblico adorante, pronto ad aspettare più di un'ora per un selfie o una stretta di mano, incoraggiati da un rassicurante “ho tutto il tempo che volete”: l'apertura della campagna elettorale piemontese della Lega per la tornata elettorale di fine maggio si è svolta come ormai capita spesso, mentre prima del “Capitano” erano sfilati tutti i candidati ad amministrative, regionali ed europee.
Molto respiro nazionale, e poco regionale (a parte un riferimento al Tav e all'ex Moi) nella mezz'ora di one-man-show del vicepremier sul palco di Piazza Carlo Alberto: minuti bruciati rapidamente ed energicamente come un consumato intrattenitore sa abilmente fare con gli spettatori, in questo caso non paganti e pronti a rispondere a ogni input con risate e boati fragorosi: non sono mancate le battute (in particolare sulla “sfortunata” contemporaneità con Inter-Juve e con Ballando con le Stelle), così come non sono mancati gli attacchi diretti a tutto il panorama del centro-sinistra (i “veri razzisti che importavano schiavi dall'Africa”), all'area antagonista (“zecche dei centri sociali inutili per la società”), a Fabio Fazio e ai giornalisti, accusati di etichettare a senso unico l'area sovranista europea come “estrema destra” e di dare “Renzi sempre e comunque al 77%”.
Riguardo i contenuti, Salvini si è concentrato sui suoi temi forti come la previdenza, la sicurezza, l'immigrazione e la famiglia, rivendicando a gran voce quota 100, la legge sulla legittima difesa appena promulgata da Mattarella, la politica del decreto sicurezza, dei porti chiusi e del “prima gli italiani” in ogni settore della vita pubblica, la salvaguardia del nucleo tradizionale composto “da una mamma e da un papà, le due parole più belle del mondo”. Il leader leghista ha poi invitato tutti alla manifestazione programmata per sabato 18 maggio a Milano con la partecipazione di tutti i maggiori alleati europei.
Durante l'attesa sono intervenuti il segretario regionale della Lega Riccardo Molinari e il candidato alla presidenza della Regione Alberto Cirio: il primo, dopo aver arringato la folla al grido di “Chiamparino a casa”, ha proseguito affermando che “in questi cinque anni il presidente uscente si è fatto notare solo per le cose negative, come la mancata candidatura alle Olimpiadi Invernali del 2026”; il secondo ha invece dichiarato di voler puntare su autonomia (“Il Piemonte dovrebbe fare come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna”) e sanità (“Non è giusto che un anziano debba aspettare sei mesi per una visita agli occhi”).