Un occhio all’equilibrio dei conti e un altro all’erogazione dei servizi. E’ un filo sottilissimo quello che a Palazzo Civico lega due estremità differenti della stessa macchina comunale: da una parte i costi di gestione, dall’altra la gestione di servizi essenziali e non per i cittadini.
La rincorsa della Giunta Appendino nel far quadrare il bilancio è cosa risaputa: tra dismissioni immobiliari, recupero crediti e taglio del personale, l’amministrazione prosegue in quella che può essere definita una vera e propria riorganizzazione della macchina comunale. Nel bilancio previsionale 2019 presentato dall’assessore al Bilancio Sergio Rolando, una delle voci più delicate da affrontare è senza dubbio quella relativa al personale del Comune di Torino. Tra legge Fornero (960 persone) e Quota 100 (612 persone), 1572 dipendenti potrebbero andare in pensione nei prossimi tre anni e, dovendo necessariamente avere a che fare con i conti, solamente il 25% di loro verrà sostituito con nuove assunzioni. Dati alla mano, entro tre anni il Comune di Torino potrebbe perdere 1572 unità a fronte di 443 nuove assunzioni (di cui 84 in categoria protetta), per un saldo finale di 1129 dipendenti in meno rispetto alla condizione attuale.
Ed è proprio questo saldo negativo a preoccupare, e non poco, la Giunta Appendino: tra maestre, vigili, educatori e impiegati, il rischio è che al netto di una situazione più snella a bilancio, a risentirne siano inevitabilmente i servizi. Per questo motivo, per cercare di non dare il colpo di grazia a servizi essenziali e non, un’ipotesi paventata da Rolando è quella di proporre a determinate figure professionali di proseguire il servizio con contratti a tempo determinato. Un’opzione, quest’ultima, possibile con la legge Fornero, che lascia ai singoli comuni la discrezionalità nel proporre o meno questo tipo d’accordo ai dipendenti. L’altra variabile rimane Quota 100: non è detto, infatti, che tutti e i 612 dipendenti scelgano di andare in pensione, così come non è attualmente noto quale ruolo verrà a mancare.
Ci si muove dunque su un terreno più che mai dinamico e in continua evoluzione. In ogni caso, le proposte di prosecuzione del servizio verranno effettuate a seconda delle esigenze del momento. Se far quadrare i conti è ormai un obbligo non procrastinabile, scegliere quali servizi potenziare e quali eventualmente ridimensionare rimane una scelta politica. La più difficile da affrontare per la Giunta Appendino.