"Sono medico, docente di anatomia umana e faccio parte del Senato accademico". Rivendica con orgoglio le sue radici professionali Stefano Geuna, candidato rettore per l'Università di Torino in ticket con Giulia Carluccio in qualità di protettrice. Sono loro a sfidare la coppia composta da Alessandro Sembenelli e Roberta Siliquini.
"Vogliamo valorizzare il grande potenziale che ha il nostro ateneo - ribadiscono - mettendo al centro la persona. L'ateneo è una comunità fatta di persone, dagli studenti ai docenti passando per il personale amministrativo. Che vanno tutelate in tutti i sensi".
"Abbiamo professionalità di livello altissimo - dice Geuna - ma anche una carica di entusiasmo che sono la vera forza del nostro ateneo. Serve una svolta culturale e noi vogliamo imprimerla. Ma dobbiamo avere chiari gli obiettivi: didattica, ricerca e terza missione, che avranno un super-vice rettorato ciascuno".
"Investiamo ancora poco in ricerca scientifica - prosegue l'aspirante rettore -, molto meno di altri Paesi e con meno strumenti rispetto a quelli necessari per soddisfare la domanda e le aspirazioni. Poi vorremo valorizzare la didattica, evitando che si percepisca in alcuni come alienante o peggio inutile in alcuni compiti".
Ma altrettanto importante è la terza missione, "la ricerca va trasmessa nei suoi valori scientifici, culturali ed etici", prosegue Carluccio, "ponendoci come interlocutori autorevoli sul territorio. Siamo una città dentro la città e dobbiamo essere proporzionati nel nostro impatto sulla realtà in cui viviamo".
Quanto al diritto allo studio: "Pensiamo a una serie di azioni che, se sarà possibile, dovranno sostenere i ragazzi, come borse e altro. Ma deve anche essere uno studio di qualità, lavorando anche su infrastrutture e servizi. Qui a Palazzo Nuovo aspettiamo che finisca la bonifica dell'amianto e tre piani sono ancora chiusi con tutte le conseguenze del caso, ma anche nelle visite in altri dipartimenti ci ha mostrato situazioni che meritano un intervento urgente - prosegue la candidata protettrice - e vogliamo anche politiche di genere che puntino alla parità, mentre ora la componente femminile è ancora molto discriminata. A cominciare dai ruoli di carriera delle donne: solo il 28% degli ordinari è al femminile. E poi servono politiche di welfare, che contribuiscano a una qualità effettiva e percepita".
C'è poi un quaderno dei sogni: "Ci piace l'idea di volare in alto e inseguire dei sogni. E dobbiamo impegnate le risorse finanziarie che sono a disposizione per riuscirci", tratteggia Geuna, "il tutto senza calare nulla dall'alto, ma confrontandosi dal basso prima di provare a realizzare le cose. Vogliamo avere capacità di ascolto, con i dipartimenti e con i singoli uffici".
"Non pensiamo ci siano sprechi, ma vogliamo considerare le voci di spesa che ci sembrano più importanti". Un mantra che vale anche per l'edilizia: "Va condivisa col territorio e soprattutto non deve essere solo emergenziale, cioè in risposta a problemi del momento. Serve un piano di lungo respiro".
Ma accanto ai progetti c'è anche l'attualità. Come quella del collaboratore licenziato dopo la questione No TAV. "Non abbiamo ancora tutti gli elementi per valutare compiutamente. Ma essere vicini alle persone vuol dire anche avere un approccio garantista con i collaboratori con cui si lavora tutti i giorni fianco a fianco. L'impressione è che si sia corso troppo in fretta: serviva una pausa di riflessione per prendere una decisione al di là di qualunque ragionevole dubbio legale".
Più in generale, "non c'è alcuna volontà di rincorrere le mode del momento, ma di affrontare le sfide del quotidiano, questo sì". E si rigetta l'accusa di populismo, "sono ipotesi concrete - dice Carluccio - che non sfuggono ai numeri, ma che devono essere usati come strumento, non come fine, per accettare la sfida del cambiamento".
Da medico, il giudizio su Parco della Salute ha particolare peso specifico. "È un progetto che va fatto e dal quale non possiamo tornare indietro - scandisce Geuna -. Riteniamo ci siano ancora margini di discussione su attività da spostare, posti letto e simili. È un'operazione che per la sua natura non può non portarsi dietro confronti e dibattiti. Speriamo che chiunque vinca alle Regionali non compia passi indietro sull'opera nel suo insieme".
Attenzione poi alle quote rosa e ai rapporti con il Politecnico: "C'è ancora troppa competizione mentre siamo atenei complementari - dice Geuna -. Competere non ha senso, bisogna collaborare". E sulla valutazione dei docenti: "I numeri sono strumenti, ma non siamo al servizio dei numeri. Il giudizio deve essere complessivo e soprattutto orientato a migliorare, senza competizione selvaggia tra docenti, in un mondo come UniTo in cui i saperi sono tanto diversi tra loro".
E a proposito di rapporti con le istituzioni, "qualcosa va rivisto anche con la Compagnia di San Paolo, forti del fatto che tutti abbiamo lo stesso obiettivo, ovvero rafforzare il territorio".