Se era evidente sin dai curricula che Sonia Schellino sarebbe stato un vicesindaco diverso da Guido Montanari – proveniente da Compagnia di San Paolo e quindi vicina al “Sistema Torino” lei, legato al M5S più ortodosso lui – la conferma arriva oggi nel giorno del debutto.
Attualmente Schellino è vicesindaco in "pectore", oltre a mantenere le deleghe alle politiche sociali, ma le sue prime parole con questo incarico segnano una differenza netta con il professore del Politecnico di Torino. Interrogata sui giornalisti se sfilerà ai cortei No Tav, come Montanari, con la fascia tricolore, Schellino dà subito il senso che le cose sono cambiate. “Io sono un assessore tecnico – ha risposto – e mi limito a questo ruolo. Tutti gli aspetti politici competono alla sindaca e sarà lei a decidere se e come partecipare a manifestazioni che riguardano la città”.
Dopo il vertice tra la maggioranza e la sindaca di giovedì a seguito della cacciata dell’ex vicesindaco, alcuni consiglieri pentastellati hanno avanzato il timore che la prima cittadina volesse mettere tra le priorità della città la sicurezza e aprire al Daspo urbano. “Io – ha replicato Schellino sul tema – sono stata scelta per valorizzare gli aspetti sociali, che per il M5S sono molto importanti”. “Sono sempre la stessa -ha proseguito - che ha cercato in tutte le operazioni di mettere al centro la persona: so che la sindaca non voleva prendere in considerazione il Daspo urbano, non mi risulta abbia cambiato idea”.
Interrogata sulla “cacciata” di Montanari, Schelino ha risposto “con la sindaca c’è un rapporto fiduciario: se domani mi dicesse che non siamo più in sintonia, me ne andrei e non aspetterei di essere rimossa”.
Sullo scontro tra Appendino e la sua maggioranza - che ha portato Marina Pollicino ad abbandonare il M5S, passando al gruppo misto Conci – il vicesindaco in pectore ha commentato: ”Nel M5S ci sono posizioni diverse: questo è un valore, ma bisogna trovare una sintesi”.