Si è tenuto questa mattina in Regione l'incontro relativo a "Torino area di crisi complessa" nel quale si è cominciato ad entrare nel merito dei progetti che dovranno essere presentati al MiSE.
Cgil Cisl Uil hanno richiamato la centralità delle ricadute occupazionali dei progetti, a partire dalla formazione e dagli ammortizzatori sociali, tanto più in una fase dove tutti gli indicatori segnalano un peggioramento della situazione.
“Condividiamo la volontà di partire dalle aree di Mirafiori e di Corso Marche, e quindi dai settori automotive e aerospazio – spiegano i segretari di Cgil Cisl Uil, Federico Bellono, Cristina Terrenati e Teresa Cianciotta – evidenziando che non si può prescindere dalle strategie delle grandi imprese che devono essere improntate al consolidamento e allo sviluppo e non al disimpegno da Torino".
"Nell’auspicare maggior chiarezza da parte del Governo sulle risorse effettivamente disponibili, abbiamo chiesto alla Regione di conoscere i progetti in via di definizione per poter esprimere le nostre valutazioni ed esercitare al meglio il nostro ruolo di rappresentanti dei lavoratori”.
Armando Murella, Segretario Generale UGL Piemonte, ha commentato così le novità odierne: "In Piemonte si è creata negli ultimi dieci anni una vera e propria desertificazione industriale, causata principalmente dalla globalizzazione senza regole e dalla concorrenza sleale di paesi emergenti dove non esistono diritti per i lavoratori e le retribuzioni sono molto inferiori a quelle europee. I pochi imprenditori Italiani rimasti, hanno dovuto sopportate crisi profonde che hanno portato molti ad abbandonare. Non c'è stata alcuna politica industriale da parte dei governi che si sono succeduti, i quali hanno pensato solo ad applicare politiche dettate da un Europa miope, che ha cercato solo di favorire le economie tedesche, francesi e in generale del nord Europa".
"Per superare questo lungo periodo di recessione è necessario un cambiamento delle politiche economiche nazionali, focalizzando gli investimenti, anche in deroga alle regole di Maastricht, verso quelle realtà industriali come Automotive, Aereo Spazio, Green Economy che necessitano di massicci interventi economici, logistici e strutturali", prosegue Murella. "È dimostrato che per superare i periodi di recessione, gli Stati devono fare investimenti in opere pubbliche e privilegiare i consumi, riducendo le tasse ai lavoratori e alle piccole e medie imprese, che sono la vera spina dorsale dell'economia italiana".
"Per il caso specifico del Piemonte, Regione con spiccata vocazione industriale, si dovrà attuare un cambio di strategia, puntando su due comparti che hanno ampi margini di crescita, come l'eno-agroalimentare e l'industria ad elevatissimo valore tecnologico (la Robotica, aerospazio, nanotecnologia). Importante, se non fondamentale, è l’attuazione di quella che è definita l'economia circolare, basata sul recupero dei rifiuti, con la conseguente valorizzazione energetica degli stessi, attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie che consentano l’abbandono di discariche e termovalorizzatori invisi dalle popolazione per il loro comprovato danno alla salute dei cittadini, i paesi del nord Europa producono energia grazie allo smaltimento dei rifiuti italiani e per questo si fanno pagare il disturbo", aggiunge il segretario regionale Ugl.
"Un paese moderno, che guarda al futuro, deve produrre con tecnologie a zero impatto ambientale, creando sostenibilità ambientale e sociale”, ha concluso Murella. “Il Piemonte deve valorizzare le risorse che ha in casa, a partire dal turismo. Dobbiamo puntare sulle eccellenze che ci offre questo bellissima regione e ricominciare a fare squadra senza contrapposizioni ideologiche, spesso strumentali”.