Doppia inaugurazione domani nella sede di via Mottalciata di Franco Noero: Phillip Lai ed Henrik Håkansson con Blinded by the light aprono una mostra e un nuovo progetto in galleria.
Questa è la terza mostra personale di Phillip Lai a Torino, per la prima volta negli spazi di via Mottalciata. Il nuovo corpus di opere, per lo più legate al concetto di matericità, interroga aspetti quali l’accumulo, la dispersione, l’isolamento e l’indeterminazione, talvolta, sino a straniare e confondere la percezione del visitatore. Utensili, accessori d’uso quotidiano ed elementi di natura industriale sono estrapolati dal loro contesto utilitaristico forzandone una visione discreta, invitando a riflettere sulla loro funzione e sulle loro proprietà intrinseche.
Gli elementi scultorei di Lai, disseminati a parete o a terra quasi in un'apparente disordine, nascondono in loro un’inaspettata familiarità, spesso astratta, rielaborata dall’intervento diretto dell’artista, ma che inevitabilmente si fa portatrice di un aspetto umano, evocandone i bisogni, le necessità e le attitudini.
Phillip Lai (Kuala Lumpur, 1969) vive e lavora a Londra. I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali tra cui: ‘Besides’, Camden Arts Centre, Londra, Inghilterra (2014); ‘Introduction and Jargon’, Transmission Gallery, Glasgow, Scozia (2009); ‘Phillip Lai’, Londra, Gran Bretagna (1997). Ha partecipato a mostre collettive internazionali, tra cui: ‘The Hepworth Prize for Sculpture Fences & Windows’, The Hepworth Wakefield, Wakefield Inghilterra (2018); ’An Intervention’, John Hansard Gallery, Southampton University, Southampton, Inghilterra (2015); ‘Somewhat Abstract’, Nottingham Contemporary, Nottingham, Inghilterra (2014); 'London Twelve’, City Gallery Prague, Praga, Repubblica Ceca (2012); ‘No Soul For Sale: A Festival of Independents’, Tate Modern, Turbine Hall, Londra, Inghilterra (2010); ‘Seven Times Two or Three’, Cubitt, Londra, Inghilterra (2008); ‘In the Poem about Love you don’t write the word Love’, Overgaden, Institute for Samtidskunst, Copenhagen, Danimarca e Midway Contemporary Art, Minneapolis, USA (2007); ‘The Triumph of Painting’, The Saatchi Gallery, Londra, Inghilterra (2006); ‘In The Poem About Love You Don't Write The Word Love’, CCA, Glasgow, Scozia (2005); ‘Uscita Pistoia’, SpazioA, Pistoia, Italia (2004); ‘We Want Out, CityLights Project’, Melbourne, Australia (2002); Hayward Gallery, Londra, Inghilterra (1999); ‘Cities on the Move’, ‘Cities on the Move’, Hayward Gallery, Londra, Inghilterra (1999); ‘New Video from Great Britain’, MOMA, New York, USA (1998); ‘Institute of Cultural Anxiety’, ICA, Londra, Inghilterra (1995). Nel 2018 l’artista è stato candidato all’Hepworth Prize per la scultura.
Blinded by the Light è invece un progetto di Henrik Håkansson, all’interno del piano interrato della galleria di Via Mottalciata.La video installazione è stata presentata per la prima volta all’11a Biennale di Taipei Post-Nature — A Museum as an Ecosystem curata da Francesco Manacorda e Mali Wu, conclusasi a marzo 2019.
Blinded By the light è una commissione prodotta in collaborazione con la Low Altitude Experimental Station dell'Istituto di Ricerca sulle Specie Endemiche di Taiwan a Wushinkeng. Il sito è una delle tre stazioni sperimentali, a bassa, media e alta quota, i cui vasti programmi di conservazione cooperativa mirano a preservare tutti gli organismi endemici di Taiwan. Per tutta la durata del 2018, Håkansson ha studiato le falene della regione di Taiwan, che contano circa 4.000 differenti specie attualmente conosciute, tra cui la ‘Falena dell’Atlante’, la più grande al mondo e con un apertura alare che può raggiunge i 30 centimetri. A Wushinkeng, l’artista ha lavorato con l’entomologo Hsu Huan Chih per attrarre questi insetti volanti, prevalentemente notturni, utilizzando una struttura appositamente prodotta e posizionata all’aperto. Attratte dall’uso di luci a base di mercurio, le falene sono riprese su di uno sfondo bianco, come in uno spettacolo di ombre cinesi. Lo spettacolo notturno è accompagnato da un paesaggio sonoro composto da ultrasuoni emessi da pipistrelli che l’artista ha trasformato in frequenze udibili all’orecchio umano.
Henrik Håkansson (Helsingborg, 1968) vive e lavora tra Falkenberg, Svezia e Berlino, Germania. I suoi lavori sono stati esposti in mostre personali tra cui: ‘Fragmented Realities’, Konsthallen Göteborg, Göteborg, Svezia (2019); ‘A Hundred Pieces of a Tree’ Kode Art Museum - Kode 2, Bergen, Norvegia (2018); ‘The Beetle’, Korjaamo, IHME Conemporry Art Festival, Helsinki, Finlandia (2018); ‘A Tree (Suspended)’, Kunstverein Freiburg, Friburgo, Germania (2016); Institute Suisse, Parigi, Francia (2015); ‘A Forest Divided’, Lunds Konsthall, Lund, Svezia (2011); ‘Henrik Håkansson’, Middlesbrough Institute of Modern Art – MIMA, Middlesbrough, Inghilterra (2009); Henrik Håkansson. Novelas de la selva’, Museo Tamayo Arte Contemporáneo, Cita del Messico, Messico (2008); ‘Aug.26,2003 - Aug.27,2003 (Vespa vulgaris)’, CAG, Vancouver, Canada (2007); ‘Three days of the condor’, Kettles Yard, Cambridge, Inghilterra (2007); ‘A travers bois pour trouver la forêt’, (with Allora-Calzadilla and Sergio Vega), Palais de Tokyo, Parigi, Francia (2006); ‘Henrik Håkansson’, The Dunker Culture Centre, Helsinborg, Svezia (2004); ‘An Introduction to the birds’, De Appel, Amsterdam, Olanda e The Netherlands Moderna Museet, Stoccolma, Svezia (2003); The Blackbird-Song for a New Breed’, Kunstlerhaus Bethanien, Berlino, Germania (2001); ‘Tomorrow and Tonight’, Kunsthalle Basel, Basilea, Svizzera (2001). Tra le mostre collettive internazionali e le biennali ricordiamo: 11a Biennale di Taipei, Taipei, Taiwan (2018); 19a Biennale di Sydney Sydney, Australia (2014); dOCUMENTA (13), Kassel, Germania (2012); Yokohama Triennale, Yokohama, Giappone (2011); 8a Biennale di Sharjah, Sharjah, EAU (2007); Echigo-Tsumari Art Triennial, Niigata, Giappone (2006); 8a Biennale di Lione, Lione, Francia (2005); 26a Biennale di San Paolo, San Paolo, Brasile (2004); 50a Biennale di Venezia, Venezia (2003); 47 Biennale di Venezia, Padiglione Nordico, Venezia (1997);