Vecchie e nuove generazioni di artisti a confronto, per la nuova rassegna teatrale “Concentrica a scuola”, che si svolgerà Torino tra il 7 e il 16 novembre. Un festival non convenzionale sotto diversi aspetti, a cominciare dalla scelta dei palcoscenici: il Convitto Nazionale Umberto I e l'ITIS Avogadro, due storiche scuole cittadine eccezionalmente aperte la sera al pubblico cittadino per ospitare ben cinque prime regionali.
Il cuore del progetto sono gli studenti stessi, che saranno non solo spettatori ma a tutti gli effetti co-organizzatori, <wbr></wbr>trasformando le mura scolastiche in un luogo comunicante con la programmazione culturale cittadina.
"Siamo alla settima edizione - commenta Lorena Senestro, codirettrice artistica assieme a Massimo Betti Merlin -, ma ogni anno abbiamo la pretesa di trovare nuove forme di distribuzione e coinvolgimento del pubblico. I ragazzi delle due scuole accoglieranno gli spettatori prima dell'inizio degli spettacoli, accompagnandoli nella visita degli edifici, alla scoperta della loro storia. Inoltre, sono stati formati due gruppi di lavoro che si occupano di comunicare le iniziative del festival attraverso reportage e interviste diffusi sui social network e sui canali web".
"L'obiettivo - continua - è sicuramente quello di avvicinare i giovani al teatro, in particolare quelli che non lo conoscono affatto o si dichiarano poco interessati. Sono certa che, dopo la visione dei nostri spettacoli, cambieranno opinione e approccio, valorizzando le prove d'attore e percependo i messaggi che vengono comunicati".
Si comincia questa sera, giovedì 7 novembre, alle 21, al Convitto Umberto I, con la prima regionale di “Amleto Take Away” della compagnia Berardi Casolari, spettacolo che ha valso a Gianfranco Berardi, attore pugliese non vedente, il Premio Ubu 2018 come miglior attore. Nella rilettura della compagnia, il celebre testo shakespeariano diventa un affresco tragicomico che gioca sui paradossi, gli ossimori e le contraddizioni del nostro tempo.
Il secondo appuntamento sarà domani sera con l'attore e scrittore romano Claudio Morici e suoi “46 tentativi di lettera a mio figlio”, in prima regionale. Pagine epistolari, una per ogni anno di vita dell’autore, scritte con un obiettivo ambiziosissimo: spiegare al figlio il senso della vita e soprattutto il perché della separazione dei genitori. A metà tra Carlo Verdone e Franz Kafka, un padre che vorrebbe il posto fisso, ma è costretto a inseguire i suoi sogni d'artista, per non dare il cattivo esempio, alla continua ricerca di un messaggio, di un senso, di una qualche perla di saggezza da trasmettere al suo erede.
Ultimo appuntamento all'Umberto I, sabato 9, sarà con il teatro-danza di C&C Company. In scena “Beast without Beauty”, una commedia dell’assurdo beckettiana in forma di danza, autentico tuffo nel non-sense, un’ironia nera in cui parola, canto e movimento concorrono per raccontare fisicamente il male di vivere: un uomo illanguidito, disperato fino a divenire insensibile, ormai incapace di prendere in mano la sua vita e sottrarla alla miseria nella quale si è impaludata. Sul palco Carlo Massari, Emanuele Rosa e Giuseppina Randi, impegnati in una “coreografia da lasciare senza parole”.
Giro di boa martedì 12 novembre, quando la programmazione farà una sosta al Teatro Astra, in collaborazione con TPE – Teatro Piemonte Europa: in scena, con la nuova produzione, un altro artista di casa a Concentrica: Andrea Cosentino, con la prima regionale di "Kotekino Riff", che l'autore stesso racconta come “un coito caotico di sketch interrotti, una roulette russa di gag sull’idiozia, un fluire sincopato di danze scomposte, monologhi surreali e musica. Una clownerie gioiosa e nichilista senza altro senso che lo stare al gioco”.
Cambio di location giovedì 14, all'Istituto Amedeo Avogadro, in corso San Maurizio 8, una delle scuole più longeve di Torino, In scena la prima regionale di “Settanta volte sette”, il nuovo spettacolo di Controcanto Collettivo, giovanissima compagnia romana. Vincitore di Teatri del Sacro 2019, l'intenso e coinvolgente spettacolo racconta coralmente, attraverso le voci di sei personaggi, la vita di due famiglie i cui destini s’incrociano una sera come tante, in una casuale e tragicamente banale vicenda da cronaca nera.
Venerdì 15, prima regionale di “L'anarchico non è fotogenico” dei Quotidiana.<wbr></wbr>com. Tra folgoranti battute e siparietti surreali, due cow-boy si affrontano in una partitura dialettico-gestuale, con un testo che passo dopo passo si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso. Lo spettacolo costituisce il primo capitolo della trilogia “Tutto è bene quel che finisce”, che indaga “il principio di buona morte, legato al concetto di fine o accelerazione di una fine certa, si intreccia con l’interesse a confrontarci sulle eutanasie negate, riferite non solo al campo medico-scientifico ma anche a quello della politica, della biopolitica e della cultura”.
Ultimo capitolo di Concentrica a scuola sarà sabato 16 con la giovane compagnia milanese Teatro Linguaggicreativi. “I ragazzi del massacro”, tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Scerbanenco, è uno spettacolo sulla giustizia: “Si parla di una maestra assassinata dai suoi undici allievi della scuola serale, un giorno di maggio del 1968, e di un uomo che non si arrende alle apparenze. Di una voce fuori dal coro, quella di Duca Lamberti, che non vuole il mostro in prima pagina, ma crede che la giustizia sia sopra ogni convenienza. Attorno all’omicidio si agita il ‘68. Con le manifestazioni, le occupazioni e gli scontri di piazza. Una piccola storia dentro alla grande Storia. Una storia umana, che appartiene a tutta quell’umanità che crede che la verità sia un bene necessario e la giustizia una vittoria del genere umano contro la barbarie”.