Rilanciare il settore dell’edilizia per far ripartire il mondo del lavoro torinese. Dopo lo sciopero dello scorso 15 marzo, torna in piazza il settore delle costruzioni: al grido di “noi non ci fermiamo” le sigle sindacali Feneal, UIL, Filca Cisl e Filea Cgil hanno organizzato una manifestazione in cento città italiane.
A Torino le rappresentanze sindacali hanno portato al tavolo del Prefetto una richiesta specifica: rilanciare il loro settore, facendo ripartire i tanti cantieri piemontesi attualmente fermi. "Su Torino abbiamo tantissime opere ferme: metro2, città della salute, Tav e numerosissimi viadotti", spiega Gerlando Castelli di Filca-Cisl Torino e Canavese. Una fase di stallo che ha portato, negli ultimi dieci anni, a perdere 800.000 posti di lavoro in tutta Italia.
Per fermare l’emorragia, i sindacati hanno presentato una piattaforma di rilancio e riqualificazione per il bene della provincia. "I lavoratori edili sono un grosso moltiplicatore a livello nazionale: un lavoratore edile ne produce di riflesso 10 da altre parti. Ci portiamo un mondo dietro tra elettricisti, metalmeccanici, idraulici", è l’analisi di Castelli.
Che Torino sia una delle città più colpite nella penisola è innegabile. "Con l’incontro di oggi con il Prefetto vogliamo sensibilizzare le istituzioni al rilancio del mondo edile. Quando si ferma l’edilizia si ferma il mondo del lavoro torinese".