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Economia e lavoro | 29 febbraio 2020, 19:05

Nel mondo del mattone qualcosa si muove, ma a Torino la situazione resta critica

L'indagine del primo semestre 2020 di Ance Piemonte mostra come certe aree mostrino segnali di ripresa, mentre altre rallentano. Malabaila: "Il ritmo è ancora troppo lento e poco incisivo"

Nel mondo del mattone qualcosa si muove, ma a Torino la situazione resta critica

Da tempo quello delle costruzioni è il settore che più di altri soffre le difficoltà della crisi (per non parlare della ripresa), ma qualche segnale di vivacità sembra arrivare, con l'inizio del 2020, alla luce dei numeri dell'indagine congiunturale di Ance Piemonte. Una situazione ancora a macchia di leopardo, dove alcune province vanno meglio di altre. E dove purtroppo Torino resta ancora dietro la lavagna.

Numeri alla mano, a livello regionale il 15% delle imprese prevede un aumento di fatturato. E questa è forse la voce che mostra ancora sintomi di difficoltà (erano il 17,3% nel primo semestre del 2019). Aumentano invece le imprese che intendono assumere dipendenti (dall'8,5 sono salite all'11%) e anche quelle che prevedono aumento di manodopera esterna crescono dal 13,8 al 16,7%.

Calano poi le difficoltà di reperimento di personale qualificato e generico (dal 34,7 al 31,9%) mentre sono soprattutto le prospettive a regalare qualche fermento di ottimismo in più: le intenzioni di investimento aumentano e passano dal 32,8% della scorsa indagine al 41,5%, mentre il portafoglio ordini, inteso come aspettative di lavoro nel settore privato e pubblico, aumenta e risulta pari a 9,6 mesi: 6,1 mesi per i lavori privati e 3,5 per quelli pubblici (nel secondo semestre 2019 erano rispettivamente 5,5 e 2,6 mesi).

La situazione finanziaria migliora: i tempi di pagamento totali – cioè la media dei tempi di pagamento pubblici e privati – si attestano sugli 85 giorni mentre quelli pubblici sui 90,7 (sei mesi fa erano 98,1 e 120). Il costo del credito bancario a breve è pari al 3,8%, dato che conferma l’andamento della scorsa indagine (4%).


“Il quadro emerso dalla nostra consueta indagine mostra andamenti differenti a livello territoriale: se alcune province piano piano si stanno risollevando, per altre la situazione è ancora molto critica come nel caso di Torino - commenta la presidente dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta Paola Malabaila -. Complessivamente si rileva un ritmo di crescita troppo lento e poco incisivo perché si possa consolidare la ripresa”. 

“Auspichiamo che i recenti finanziamenti assegnati al Piano piccoli cantieri riescano effettivamente a migliorare la situazione del comparto pubblico che, come continuiamo a sottolineare, necessità di importanti provvedimenti di snellimento burocratico- aggiunge Elena Lovera, presidente del Centro Studi dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta -. Per quanto riguarda il settore immobiliare riscontriamo ancora difficoltà legate anche ai cambiamenti demografici in atto che vedono, secondo l’Istat, un calo delle popolazione che inevitabilmente influisce sull’edilizia abitativa. Solo le ristrutturazioni, grazie alle agevolazioni, registrano un segno positivo ma è importante che vengano rese stabili”.

“Le due velocità del Piemonte che sono emerse in questi primi mesi del 2020, trovano spiegazione nella gestione delle Amministrazioni comunali, più o meno efficiente e più o meno orientata ad investire sulla competitività e lo sviluppo dei territori mettendo in campo programmi di lungo periodo – aggiunge Malabaila. – Il nostro settore ha bisogno: di una stabilità normativa, di incentivi per la digitalizzazione del processo produttivo edilizio, del completamento delle opere infrastrutturali strategiche dando attuazione alla legge regionale a sostegno delle imprese locali, di una strategia per lo sviluppo urbano sostenibile con una sinergia tra incentivi nazionali e regionali, della riqualificazione delle aree industriali dismesse con misure per demolizione, ricostruzione e soprattutto per la bonifica che ha costi molto elevati, di incentivi per la formazione per non perdere il know how acquisito e non dover reperire all’estero profili idonei, di protezione delle imprese sane e qualificate garantendo l’applicazione dei contratti collettivi nazionali”.

Massimiliano Sciullo

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