Sono riuniti in Largo Regio Parco tutti i lavoratori del settore Energia e Petrolio, in sciopero per 8 ore per dire “No” a una impostazione aziendale che vorrebbe un contratto con meno soldi, meno diritti, meno tutele: lo sostengono FILCTEM-CGIL, FEMCA-CISL e UILTEC-UIL che hanno organizzato il presidio.
In sintesi, i lavoratori chiedono un aumento di circa 90 euro, in confronto ai quali però sono stati solo riconosciuti circa 60 euro ( che all'effettivo diventerebbero addirittura 35).
Si tratta di un contratto con meno soldi quindi, ma soprattutto meno diritti e tutele.
Ad esempio: la richiesta di diminuire le percentuale massima di lavoratori con contratto a tempo determinato, somministrato, ecc, e quella di riconferma degli apprendisti, portare a 30 giorni il preavviso per la richiesta di fruizione per i tre giorni della legge 104, diminuire il preavviso di 10 giorni per le variazione di orario dei lavoratori part time.
"Il contratto va a rilento, non è stato ancora rinnovato. Proposta economica non in linea con la legge", sostiene Claudio Lamano, di Cigl. Adolfo Gobbin di UIL ribadisce:" non sono stati rispettati accordi precedentemente presi con l'azienda". Si uniscono al coro di protesta gli altri rappresentanti, tra cui Favaretto Massimo (UIL) e Claudio Pattaro (Cisl)