Il Consiglio comunale di Chivasso ha approvato passato all’unanimità, il Regolamento che disciplina il gioco d'azzardo. “Da anni abbiamo creato un tavolo di lavoro con l'Asl e e il Serd, insieme altri Comuni, per affrontare il problema della dipendenza da gioco d'azzardo - ha detto l’assessore alle Politiche Sociali, Annalisa De Col- . Una vera e propria malattia, seguita dai servizi tanto come la droga e l’alcol, che ha rovinato già molte famiglie. A maggio la Regione ha legiferato in materia, ispirandosi alle ordinanze che il nostro Comune aveva già emanato a partire dal settembre 2014, che già stabiliva norme, distanza dai luoghi sensibili, orari di apertura e caratteristiche che questi esercizi devono avere”. Allarmanti i dati ufficiali forniti dal Serd di Chivasso e Settimo, che riguardano soltanto quella minima parte di persone che si sono rivolte ai servizi. Risultano cento pazienti malati di ludopatia, l’80% per cento di sesso maschile e con età compresa tra i 40 e i 55 anni, mediamente con diploma di scuola media inferiore.
Il Regolamento distingue giochi leciti da giochi proibiti, l’elenco deve essere affisso all’interno del locale. E’ assolutamente vietata la pubblicità per le sale giochi. Prescrive un numero massimo di apparecchi e deve essere esposto un cartello che ricordi come sia vietato il gioco per chi ha meno di 18 anni. Le sale devono avere una distanza minima di 500 metri dai luoghi sensibili, come scuole e ospedali. Le vetrine dei locali dove sono installate le macchinette non possono essere oscurate con pellicole. E' obbligatorio esporre un cartello che presenta i rischi correlati al gioco d'azzardo. A Chivasso le apparecchiature devono essere spente dalle 11 alle 18 ed esiste una norma esclusiva per attività di sala giochi esterne al centro abitato, dove ci sono deroghe fissate attraverso una convenzione con il Comune. In caso di mancato rispetto del Regolamento sono previste pesanti sanzioni ed è compito della polizia locale effettuare i controlli. In caso di tre violazioni in due anni, il Comune dispone la chiusura definitiva dell’esercizio commerciale. La disciplina transitoria, per il divieto di pubblicità, stabilisce come in 90 giorni dall’entrata in vigore del Regolamento il termine ultimo entro il quale debbano essere rimosse, così come per il divieto di oscuramento delle vetrine. Una sala aperta prima dell’entrata in vigore del Regolamento ha tempo 3 anni, nel caso non rispetti le norme relative alle distanze, per modificare la sede o trovare un’altra collocazione, lontana dai luoghi sensibili.