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Politica | 09 novembre 2016, 18:16

Foodora: approvato l’ordine del giorno di Marco Grimaldi per regolamentare la gig economy

"Autonomia non può essere sinonimo di sfruttamento. Non può esserci autonomia senza dignità"

Foodora: approvato l’ordine del giorno di Marco Grimaldi per regolamentare la gig economy

 

Approvato oggi in aula il voto sull’ordine del giorno presentato dal Capogruppo di SEL Marco Grimaldi sulle condizioni di lavoro dei fattorini di Foodora.

I lavoratori da un mese denunciano pubblicamente le proprie condizioni contrattuali al limite dello sfruttamento: una precarietà estrema e uno stipendio misero (2,70 euro per ogni consegna effettuata, senza un fisso), a fronte di rischi, ritardi, disorganizzazione, turni comunicati all’ultimo momento, oltre a bicicletta, smartphone e spese telefoniche a proprio carico. Tuttavia l’azienda si sta mostrando sostanzialmente sorda a ogni forma di accordo realmente tutelante per i lavoratori.

“Sono felice che sia stato approvato il nostro atto di indirizzo per avviare in sede di Conferenza Stato-Regioni un confronto con il Governo che porti a una regolamentazione della ‘gig economy’ in termini fiscali e contrattuali”.– dichiara Grimaldi. – “Nel settore del delivery coesistono tipologie di rapporti di lavoro molto differenti. Se i lavoratori sono trattati come veri e propri dipendenti, assoggettati al potere direttivo del datore di lavoro, che decide unilateralmente orario e modalità di lavoro, le aziende dovranno assumere i lavoratori con un contratto subordinato e applicare il contratto collettivo nazionale di riferimento, che già riconosce la figura del pony express. Se invece questi lavoratori godono di un livello di autonomia significativo, potendo decidere liberamente quantità e collocazione temporale della prestazione, e sono quindi inquadrabili come lavoratori autonomi o parasubordinati, il contratto di collaborazione che le aziende fanno sottoscrivere deve comunque offrire standard minimi nelle condizioni di lavoro e una paga oraria adeguata (di certo non inferiore ai minimi del contratto collettivo di settore). Perché autonomia non può essere sinonimo di sfruttamento. Non può esserci autonomia senza dignità”.

“La protesta dei rider di Foodora” – conclude Grimaldi – “ha acceso i riflettori su tutti i lavoratori e le lavoratrici di questo settore, che hanno bisogno dell’impegno politico e civile di tanti, a partire dalle istituzioni. Non basterà un intervento regolatore ‘dall'alto’: dobbiamo metterci di mezzo tutti, a partire da chi ogni giorno utilizza quel servizio”.

c.s.

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