Il quartiere Aurora ora ha una palestra a tre piani, che sarà inaugurata domani, sabato 14 gennaio, in corso Giulio Cesare 29. Il centro fitness sarà il 244° aperto dalla catena McFit in tutta Europa, che punta ad aprirne altri due a Torino entro la fine del 2017 e che in Italia ne ha già altri 24. La catena, inoltre, conta un totale di quasi 1 milione e mezzo di iscritti.
L’impatto di una struttura del genere potrebbe dare una spinta positiva al quartiere, come è nelle intenzioni di Samuele Frosio, country manager per l’Italia di McFit, che ha sottolineato l’intenzione di cercare posti periferici o semiperiferici, per “intervenire in luoghi che necessitano di una riqualificazione”. Già, perché la palestra occupa tutti i tre piani di Casa Aurora, l’edificio costruito nel 1987 dall’architetto Aldo Rossi e che, da almeno un anno, versava in uno stato di completo abbandono.
L’edificio, di proprietà del Fondo di previdenza “Mario Negri”, era stato gradualmente abbandonato dai precedenti affittuari, una banca e alcune attività commerciali, che hanno preferito spostarsi in altre zone. Casa Aurora, pian piano, si è spopolata ed è rimasta senza inquilini, vittima poi di diversi atti vandalici.
McFit vuole puntare sul quartiere anche grazie a tariffe accessibili (19,90 € al mese per un anno) e l’apertura a un pubblico vario. In questo ha trovato sostegno da parte della Città di Torino. L’assessore allo sport, Roberto Finardi, che è intervenuto alla presentazione, ha espresso soddisfazione per l’iniziativa e ha visitato la struttura.
I locali, che ospitano principalmente attrezzature da body building, sono caratterizzati da un ricco utilizzo dei graffiti, per la cui realizzazione sono stati selezionati tre writer torinesi, dopo una call alla quale hanno risposto in 50. Ma ha contribuito anche il writer colombiano Jair Martinez.
L’investimento è di 2 milioni di euro, che sono serviti per riadattare i locali interni, per un totale di 1900 mq, e risistemare la facciata esterna, in particolare i portici. McFit conta di recuperare la cifra nel giro di due o tre anni, puntando soprattuto su abbonamenti annuali e biennali. Intanto, a Casa Aurora resterà per 20 anni, come da contratto.
“Finora – ha spiegato Samuele Frosio – siamo sempre riusciti nel nostro intento. I nostri centri hanno contribuito a migliorare la vita del quartiere e il nostro impatto sul tessuto urbano è stato sempre positivo”. L’obiettivo, ora, è ripetere l’esperienza anche ad Aurora.