Una storia che entra a fatica nei limiti del cortometraggio e che, probabilmente, prelude a qualcosa di più corposo, magari in futuro. L’opera del torinese Alberto Viavattene, “Birthday”, presentata con una proiezione “tecnica” al Cinema Classico, giovedì 2 febbraio, è una accurata prova registica che tiene alta la tensione narrativa.
L’autore, classe 1986, ha lavorato nella troupe di Paolo Sorrentino per il film “Youth” e per la fortunata serie “The Young Pope”.
Girato in buona parte nei locali dell’ex manicomio di Collegno, “Birthday” apre con disinvoltura le stanze in cui una giovane infermiera, interpretata dall’attrice franco-austriaca Roxane Duran, assiste con malcelato disprezzo le pazienti di una casa di riposo per anziani con problemi psichici. O meglio, si suppone abbiano problemi psichici, un po’ per la location, un po’ per la trama, colma di allusioni e questioni aperte.
Un’ambientazione che resta sospesa tra la realtà e l’immaginazione, con alcuni capovolgimenti di prospettiva che contribuiscono ad alimentare, nello spettatore, un generale senso di inquietudine.
L’infermiera, d’accordo con il vigilante, deruba le pazienti e compie strane manovre con i farmaci, assumendone alcuni invece di somministrarli alle anziane donne. Poi, su segnalazione del suo complice, la ragazza viene indirizzata verso la stanza numero 12, dove è stato appena “festeggiato” un compleanno. E se c’è un compleanno allora c’è anche un regalo.
Una donna, interpretata dall’attrice statunitense Sydne Rome, ha appena compiuto 100 anni. Non è la sola, in quella stanza, e la sicurezza ostentata dalla giovane infermiera, pari soltanto alla sua insofferenza, la spinge, probabilmente, a sottovalutare qualcosa. Un errore che le costerà molto.
L’opera è prodotta da Grey Ladder e Indastria Film ed è distribuita dai torinesi di Lights On, che stanno organizzando una serie di proiezioni nei festival internazionali di cinema. Ne sentiremo ancora parlare.