"Non fatemi commuovere all'inizio del discorso". Con queste parole Piero Fassino ha commentato il lungo applauso in apertura del suo intervento al Lingotto. L'ex sindaco di Torino ha preso parte alla tre giorni di Matteo Renzi, nei quali si è svolta la conferenza programmatica per la sua candidatura a Segretario Nazionale del Partito Democratico.
"La legge elettorale", ha commentato Fassino, "non può rinunciare a garantire stabilità e governabilità all'Italia".
"La maggior parte della popolazione", ha proseguito ,"vive l'immigrazione con scettismo, se non con paura. Negli italiani è maturata un'inquietudine dal non sentirsi rappresentanti, un rifiuto verso chi gestisce il potere". "Il populismo ha risposto a questa esigenza con la chiusura, mettendo frontiere, diventando più piccoli".
"La sinistra deve essere capace di guidare il mondo", ha continuato Fassino, "non deve aver paura del cambiamento, che però deve essere gestito. La riforma va costruita prima di tutto verso i suoi destinatari. Un riformismo dall'alto, senza popolo, è più debole: dobbiamo promuovere la cittadinanza attiva".
"Se guardo a dieci anni fa, vedo che non siamo stati all'altezza di costruire un Pd all'altezza delle nostre ambizioni", ha concluso Fassino.
















