E sono 30. Ben 30 dizioni del Salone del Libro di Torino.
Oggi, per la trentesima volta, si sono aperte le porte di questo importante appuntamento dell'editoria e della cultura. E pensare che, poco meno di un anno fa, questo grande evento sembrava ormai giunto al capolinea. L'abbandono delle grandi case editrici in favore di una rassegna milanese, gemella e rivale, alle prime poteva significare la morte della fiera torinese. E, invece, la nuova sfida ha dato il via a una rinascita, una ricostruzione.
Il vecchio Salone del Libro di Torino, ormai sempre meno stimolante e sempre più autoreferenziale, si è dovuto reinventare, facendo leva sui piccoli e medi editori, le librerie indipendenti e la città tutta. Stamattina, durante la cerimonia d’inaugurazione, i visi di organizzatori e autorità non nascondevano un certo entusiasmo. "Buongiorno, sono il nuovo direttore del Salone del Libro e non dormo da una settimana" ha esordito simpaticamente lo scrittore Lagioia, che con una, neanche tanto velata, vena caustica ha precisato di essere orgogliosamente alla guida di quello che è ancora "il più importante e il più polare evento editoriale italiano".
La concorrenza milanese con il suo "Tempo di libri" dei grandi editori non si è neanche avvicinata a scippare il primato sabaudo. Troppo bassi i numeri rispetto alle aspettative e ai proclami "bellicosi" della scorsa estate. Del resto, come ha voluto ricordare la sindaca Appendino, Torino ha dimostrato ancora una volta "la capacità della città e della comunità di trovare la propria forza e il proprio lato migliore nella risposta alla necessità di cambiare". Il Salone era ormai ogni anno uguale a sé stesso, e una concorrenza tanto agguerrita ne ha tirato fuori il lato migliore, quello più battagliero e appassionato.
Questo è solo il primo giorno del nuovo corso, e come ha ricordato Sergio Chiamparino, presidente della Regione, "i punti si contano a bocce ferme". Ma le prevendite e le lunghe file in biglietteria fin dalle 10 di mattina sembrano promettere un futuro radioso, una scommessa vinta.