Un omaggio alla bellezza del creato e, allo stesso tempo, una denuncia contro il continuo scempio dell'uomo sulla natura, gli sprechi e l'incapacità di distribuire equamente la ricchezza. Si concentra sull'urgenza di preservare la terra e i suoi frutti l'allestimento scenico Il giardino delle delizie, che vede come cornice d'elezione il Giardino delle Rose del castello di Moncalieri, residenza sabauda e patrimonio Unesco dal 1997.
L'allestimento, promosso dalla Città di Moncalieri e Compagnia di San Paolo, è curato dall'associazione Progetto Cantoregi, che fa da sempre dell'impegno civile e sociale il centro della propria ricerca espressiva, su ideazione di Koji Miyazaki e Marco Pautasso. È la seconda iniziativa che Progetto Cantoregi realizza a Moncalieri, dopo l'istallazione luminosa The Bridge-Bulders, che durante le festività natalizie 2016 ha illuminato il ponte dei Cavalieri della città, come atto politico e gesto simbolico contro i troppi muri che si innalzano nel mondo.
La manifestazione si colloca in un più ampio programma promosso dal Comune con il contributo della Compagnia di San Paolo per rilanciare l’immagine di Moncalieri città green valorizzando i percorsi della collina, i giardini e le antiche vigne che ne impreziosiscono il panorama, le piste ciclabili e il parco del castello.
Il giardino delle delizie inaugura domenica 28 maggio alle ore 21. Orari: ogni venerdì, sabato e domenica di giugno e luglio dalle ore 21 alle ore 24.
Il titolo Il giardino delle delizie rimanda alla storia del castello e alla sua trasformazione in villa di delizie a partire dalla seconda metà del XV secolo. Inoltre richiama e si ispira all'omonimo famoso trittico di Hieronymus Bosch, sia per i significati simbolici sia per la vivida immaginazione espositiva. «Il giardino delle delizie – spiegano gli ideatori del progetto Koji Miyazaki e Marco Pautasso – si configurerà dunque come un viaggio allegorico e immaginario in un luogo paradisiaco che vuole celebrare i piaceri dei sensi, la natura maestosa, i frutti rigogliosi della terra, ma al contempo anche rappresentarne la fragilità, caducità e finitezza, un monito all’umanità e alla sua inevitabile oscura sorte senza un utilizzo consapevole, rispettoso ed equo dei doni della creazione».